Lavoro, Monti: Il posto fisso? Che noia

"Ai bamboccioni (come li definiva Padoa-Schioppa) per giunta un po’ sfigati (secondo il ministro Martone), ai nostri giovani insomma, Monti ricorda quanto ‘è bello cambiare’. Automobile? Fidanzata? No, lavoro. ‘Che monotonia avere un posto fisso per tutta la vita’, scuote lievemente la testa il Professore mentre le telecamere gli dedicano un primo piano – scrive ugo Magri a pagina 8 della STAMPA. E non c’è in queste parole compatimento per le nuove generazioni; semmai un tentativo ardito, che fara’ discutere, di pedagogia sociale: se l’Italia non si scrolla finalmente di dosso le sue abitudini, se resta ‘abbarbicata ai propri interessi particolari’, rischia il peggio. Perche’ senza volonta’ riformatrice, avverte severo Monti, ‘i tassi d’interesse schizzano verso l’alto e si va davvero a sbattere…’. I giovani, dunque. Loro devono svegliarsi, ma i piu’ anziani devono fagli spazio. Basta con questo sistema di ‘apartheid’ (evoca proprio la discriminazione razziale, il presidente del Consiglio) che li esclude dal mercato del lavoro. In nome della flessibilita’, anche l’articolo 18 va ripensato. ‘Certo che non e’ un tabu’, risponde Monti alla domanda del conduttore Vinci. Poi, si capisce, dipende tutto dal contesto che va discusso coi sindacati, su questi temi ‘e’ normale avere piu’ dialogo’ di quanto non fu possibile, ad esempio, sulle pensioni. Il confronto ‘ci sara’, e’ la promessa, ‘ma con tempi brevi da Italia europea’. Non siamo fuori pericolo, fa intendere con quel tono sereno del luminare che, mentre diagnostica una malattia, lascia qualche speranza. Lo spread ‘e’ una variabile oscillante, ma deve scendere ancora e scendera’, la tendenza e’ questa da settimane, il vertice europeo l’ha consolidata certificando un’adesione larga alla disciplina di bilancio. E cio’ ‘consentira’ ai tutori di questa disciplina di sentirsi piu’ rilassati’, scommette Monti dalla cui bocca scappa un riferimento alla ‘Banca Centrale Tedesca’, salvo emendarsi: ‘Europea volevo dire, e’ stato un lapsus involontario’, o magari freudiano, chi può dirlo? La discesa dei tassi avra’ effetti benefici, perche’ cosi’ si creera’ ‘piu’ spazio nei conti dello Stato e delle imprese in vista di un ritorno alla vita economica normale’. L’importante è convincere i mercati. I segnali sono buoni, la nostra immagine all’estero migliora, assicura il premier, addirittura a Londra si e’ imbattuto in giovani che ‘hanno ritrovato l’orgoglio di essere italiani’. Ma scorciatoie non ve ne sono. Vendere i gioielli di famiglia per tagliare il debito pubblico? Monti, rispetto a precedenti occasioni, apre uno spiraglio: piu’ avanti ‘potra’ esserci spazio per qualche operazione sul capitale’, non subito in quanto adesso ‘occorre anzitutto dare la prova che siamo capaci di fare le riforme’. E qui il Professore torna sempre, invariabilmente, al punto di partenza: bisogna cambiare atteggiamento, ‘se tutti rinunceremo a qualcosa staremo tutti meglio’, purtroppo ‘usciamo da decenni in cui il sistema politico (destra, centro e sinistra) ha blandito ogni categoria alimentando l’illusione che si potesse andare avanti con la stretta tutela degli interessi individuali’. La politica ora ha l’occasione per emendarsi, dice Monti, assicura di avere come obiettivo proprio questo, vorrebbe lasciare nel 2013 ‘in un clima meno litigioso, piu’ civile’ di competizione tra i partiti. Anche perche’, sottolinea, all’estero vogliono capire se e quanto potra’ durare questo sforzo di serieta’.
Tutti discorsi sviluppati per quasi un’ora su una rete Mediaset, di proprieta’ della famiglia Berlusconi. Monti ha dato la netta impressione di non essere arrivato li’ per caso. Del resto a dargli il benvenuto e’ calato da Milano il presidente del Biscione, Confalonieri, che l’ha invitato personalmente superando alcune ritrosie. Inevitabile qualche cortocircuito con le dichiarazioni pomeridiane del Cavaliere, il quale aveva definito ‘da irresponsabili’ una crisi di governo. Monti l’ha ringraziato due volte, prima sul Tg5 e poi a ‘Matrix’, perche’ sono tutte cose ‘che rasserenano l’estero’. Non s’e’ fermato qui. Ha confessato che e’ merito proprio di Silvio se si e’ ‘avvicinato alla cosa pubblica’.
Accadde nel 1994, quando Berlusconi lo nomino’ commissario europeo insieme con la Bonino. Un rapporto che prosegue: ‘Ci sentiamo spesso’ anche se, si capisce, i contatti piu’ diretti sono con il segretario Pdl Alfano’. A questo punto, nel centrodestra, chi puo’ piu’ metterlo in discussione?"