CARCERI: SITUAZIONE UMILIANTE, SERVE DEPENALIZZARE

Una situazione che ‘ci umilia’ agli occhi dell’Europa; la ‘maggiore preoccupazione del governo’; una vera ’emergenza sociale’. E’ un coro all’unisono quello che si è levato da parte delle istituzioni sul problema delle carceri italiane, ormai allo stremo a causa del sovraffolammento. Dal primo presidente della Corte di Cassazione Ernesto Lupo, al Guardasigilli Paola Severino, al vice presidente del Csm Michele Vietti, negli interventi alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario tutti hanno indicato la necessità di soluzioni incisive, come la ‘depenalizzazione dei reati’, perchè la risposta ai comportamenti devianti non puo’ essere sempre il carcere.
Ha usato le stesse parole del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il primo presidente della Cassazione Lupo, per parlare della ‘drammatica’ situazione carceraria: ‘una realtà – ha detto, in apertura della cerimonia – che ci umilia in Europa e ci allarma, per la sofferenza quotidiana, fino all’impulso a togliersi la vita, di migliaia di esseri umani chiusi in carceri che definire sovraffollate e’ quasi un eufemismo’. E Lupo ha anche indicato la strada maestra per affrontare il problema: ‘l’emergenza carceri chiama in causa innanzitutto il legislatore troppo condizionato ad assegnare alla risposta penale la sanzione di ogni comportamento deviante, quando invece è indispensabile un drastico sfoltimento dei reati, attraverso una incisiva depenalizzazione’. Anche il ministro Severino, nel suo intervento, ha evidenziato come sia necessario ‘trovare un corretto equilibrio tra carattere umanitario del trattamento del condannato e tutela del diritto dei cittadini alla sicurezza’ e in questa direzione vanno i provvedimenti ‘in materia di depenalizzazione, di introduzione della messa alla prova e di pene detentive non carcerarie’, perche’ il sovraffollamento delle carceri, ha sottolineato il Guardasigilli, ‘e’ la maggiore preoccupazione del governo’, auspicando che tutte le misure previste sul tema siano ‘ampiamente condivise’. E un forte ‘no’ all’introduzione di nuovi reati nel codice penale, come ‘risposta obbligata per far fronte ad ogni emergenza sociale’, viene dal vicepresidente del Csm Michele Vietti: ‘bisogna andare sulla strada opposta – ha detto nel suo intervento – quella della depenalizzazione’.