Millepropoghe: governo chiede fiducia a Camera

Seduta oggi alla Camera dedicata al decreto milleproroghe sul quale il governo chiedera’ il voto di fiducia dopo il via libera delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Montecitorio ad alcune modifiche del testo originario. Fra le novità rispetto alla prima stesura, c’è la cancellazione del condono per i cartelloni politici abusivi dei partiti. Lo prevede un emendamento del governo presentato in Commissione che sopprime una norma precedentemente approvata. Il condono aveva suscitato molte proteste perchè avrebbe confermato i privilegi di cui godono i partiti malgrado le polemiche quotidiane sui costi della politica. Il voto di fiducia alla Camera ci sarà domani alle 13,30 mentre le dichiarazioni di voto avranno inizio alle 12. Tutti i gruppi parlamentari hanno accettato la deroga alla regola che stabilisce che debbano trascorrere ventiquattro ore dalla richiesta della fiducia per passare alle operazioni di voto. A seguire verranno esaminati gli ordini del giorno. Il voto finale sul provvedimento è in programma nel pomeriggio di martedì prossimo. Poi il provvedimento passerà all’esame del Senato, dove il governo potrebbe confermare la richiesta di voto di fiducia.
Sono stati approvati anche gli emendamenti che per la copertura delle norme sulle pensioni di lavoratori precoci ed esodati prevedono l’aumento delle imposte sui tabacchi con il conseguente rialzo del prezzo delle sigarette. La precedente versione del decreto prevedeva invece che la copertura arrivasse dall’aumento delle aliquote previdenziali per i lavoratori autonomi.
Il nuovo testo restringe la platea dei lavoratori ‘esodati’ interessati. Con questa definizione ci si riferisce a quanti avevano accettato di lasciare la propria azienda in crisi pensando di poter andare in pensione entro pochi mesi e che ora la riforma previdenziale voluta dal governo Monti lascia senza pensione e senza lavoro avendo modificato le precedenti norme pensionistiche.
Nei giorni scorsi era stato approvato un emendamento nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio secondo cui avrebbero beneficiato delle vecchie regole i lavoratori che avevano sottoscritto un accordo per uscire dall’azienda prima del 4 dicembre 2011, anche se poi si sono dimessi successivamente o stanno per dimettersi. Con un nuovo emendamento si prevede che potranno usufruire delle vecchie norme previdenziali solo i lavoratori che hanno lasciato effettivamente le loro aziende entro il 31 dicembre 2011. Questa soluzione non soddisfa il Pd, che auspica un’ulteriore correzione quando il decreto passera’ al vaglio di Palazzo Madama. Annuncia Pier Paolo Baretta, capogruppo del nella commissione Bilancio: ‘Al Senato bisognera’ trovare una soluzione per tutti i lavoratori esodati’. A suo parere, il testo del decreto milleproroghe nella parte che riguarda le pensioni modifica positivamente quanto era previsto nella manovra ‘salva-Italia’ ma non risolve la questione perche’ ‘sono salvi solamente coloro che hanno risolto il proprio rapporto di lavoro entro il 31 dicembre 2011’. Insoddisfatta anche Manuela Ghizzoni, capogruppo del Pd nella commissione Cultura di Montecitorio: ‘Non c’e’ risposta al problema delle pensioni del personale della scuola. In particolare, auspichiamo che il governo comprenda la necessita’ di far slittare al 31 agosto del 2012 il termine per acquisire i requisiti per accedere alla pensioni con le norme previgenti alla riforma Fornero’. L’emendamento sulla cancellazione del condono per i cartelloni politici abusivi e’ stato proposto inizialmente dall’Api. Particolarmente soddisfatta Linda Lanzillotta, tra i firmatari dell’emendamento poi recepito dal governo: ‘La politica puo’ recuperare credibilità e rispetto solo difendendo e praticando la legalità. Constatiamo con soddisfazione che anche su questo punto il governo Monti dà al paese un segnale importante di discontinuità’. Il governo affronterà intanto nella riunione del Consiglio dei ministri di domani le semplificazioni legislative da introdurre in un apposito decreto. Secondo le indiscrezioni, verrebbero abolite oltre trecento leggi. Tra le nuove norme, il governo aprirebbe a percorsi sperimentali di semplificazione amministrativa per gli impianti produttivi, le iniziative e attivita’ delle imprese sul territorio, in ambiti delimitati e a partecipazione volontaria. Questi percorsi sperimentali sarebbero attivati da convenzioni stipulate da Regioni, enti locali, Camere di commercio, associazioni di categoria.