ANNO GIUDIZIARIO:DOMANI IN CASSAZIONE, AL CENTRO CRISI E ARRETRATO

La crisi economica e la giustizia lumaca con l’arretrato penale e, soprattutto, civile che non invoglia gli investitori stranieri a guardare al nostro Paese. Questi i temi principali che verranno affrontati nelle varie relazioni durante la cerimonia che si terrà domani in Cassazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Come da tradizione, alla presenza delle più alte cariche dello Stato, primo tra tutti il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, i vertici della magistratura ordinaria riferiranno sull’andamento della macchina giudiziaria nell’anno appena trascorso. Lontano sembra il clima di tensione tra politica e toghe che ha caratterizzato le ultime stagioni, ma i problemi della giustizia restano in piedi. Ad aprire la cerimonia sarà il primo presidente della Suprema Corte, Ernesto Lupo, che illustrerà, con dati alla mano, la situazione in Italia. A seguire, poi, gli interventi del procuratore generale Vitaliano Esposito, del guardasigilli Paola Severino, del vicepresidente del Csm Michele Vietti, dell’avvocato generale dello Stato Ignazio Caramazza e del presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa. Quella di domani sarà anche l’occasione per fare chiarezza sulla possibilità di mettere a punto, in questa fase, riforme strutturali, concentrate anche sulla riorganizzazione degli uffici giudiziari, non meno importante, poi, la questione delle carceri, alla quale senza dubbio fara’ riferimento nel suo intervento il ministro Severino, impegnata in queste ore nel dibattito al Senato proprio sul nuovo provvedimento che riguarda i detenuti. Dall’Associazione nazionale magistrati, protagonista, negli anni passati, di incisive proteste contro i provvedimenti dei governi allora in carica, si sottolinea decisamente il cambio di clima in materia di giustizia. Quest’anno, invece, sono sul piede di guerra gli avvocati, contro i progetti sulla giustizia e sulle liberalizzazioni. Guido Alpa, infatti, ribadirà l’opposizione degli avvocati alle misure più recenti e l’Ordine di Roma manifesterà a piazza Mazzini, non avendo ottenuto l’autorizzazione a organizzare un presidio a piazza Cavour, appena restaurata, davanti al ‘Palazzaccio’.