Alfano allerta il Pdl: via libera alle primarie

Scrive Il Giornale: "’Il nostro candidato pre­mier alle prossime elezioni sarà scelto attraverso le primarie’. Angelino Alfano, a Berlino con Fran­co Frattini per una cerimonia per i dieci anni dall’introduzione del­l’euro organizzata dalla Fondazio­ne Adenauer, risponde a una do­manda della cancelliera tedesca. E di fronte a un interlocutore così autorevole concede ufficialità a una convinzione che ha da tempo maturato: la necessità di percorre­re fino in fondo la via della traspa­renza e della partecipazione per la scelta dell’erede di Silvio Berlusconi. Alfano sulle prospettive del Pdl dà un’ulteriore indicazione: ‘Non riteniamo archiviata la no­stra alleanza con la Lega’. Per quanto riguarda l’esecutivo, ‘que­sto governo ha un vincolo ontolo­gico nell’abbinamento ai suoi ri­sultati. Non è un buon indizio che sulle liberalizzazioni si proceda per decreto e sul mercato del lavo­ro con un disegno di legge luma­ca’. Il tutto accompagnato da un attestato di merito incassato da Angela Merkel. ‘La cancelliera ha apprezzato il gesto generoso e re­sponsabile che Berlusconi ha fat­to nel far nascere il governo Mon­ti’. Parole di apprezzamento, rac­conta Frattini, espresse anche ‘per l’esperienza positiva nel suo complesso che ha rappresentato Berlusconi’. In realtà la ripresa dei lavori par­lamentari è contrassegnata da in­terrogativi crescenti dentro il Pdl. Alla Camera si susseguono contat­ti ra i deputati che hanno maggio­re rapporto con il territorio. Dopo aver ascoltato le proteste di profes­sionisti e categorie vicine durante il fine settimane, sono in molti co­l­oro che spingono per un confron­to interno perche’, dicono, ‘dob­biamo uscire dalla sindrome del labirinto’. ‘Non possiamo permetterci di perdere ulteriori con­sensi. Ci sono categorie che mi­nacciano di creare liste civiche e di farsi portatori delle istanze anti-Monti’.

Sullo sfondo, a segnare la gior­nata, ci sono le indiscrezioni sul faccia a faccia tra Silvio Berlusco­ni e Umberto Bossi. Un incontro che, secondo ricostruzioni che cir­colano in Transatlantico, potreb­be produrre una brusca frenata nell’appoggio del Pdl al governo aprendo uno spiraglio per un ritor­no alle urne gia’ a giugno. Una con­vinzione che l’ex premier avrebbe sposato per due ragioni: il crescen­te malumore della base ma anche la necessita’ di recuperare il filo dell’alleanza con la Lega.In realta’ il presidente del Pdl al Senatu’r avrebbe semplicemente ribadito che non esiste alcuna volonta’ di cambiare la politica delle allean­ze. Aggiungendo che questa sta­gione e’ necessariamente transito­ria perchè ‘non è detto che Monti arrivi a fine legislatura’. In ogni caso Angelino Alfano, fin da oggi, dovrà serrare i ranghi e rassicurare sul fatto che il partito avra’ un approccio piu’ incisivo ri­spetto ai provvedimenti messi in campo dal governo Monti. Un la­voro di ascolto che culminera’ in un incontro che lo stato maggiore del Pdl ha gia’ fissato per domani sera a Palazzo Grazioli a cui segui­ra’ un vertice sulla legge elettorale fissato per venerdì.

Il Pdl avanze­rà richieste chiare al governo. ‘Dobbiamo insistere affinchè sia razionalizzato il sistema degli in­c­entivi alle imprese e favorito l’ac­cesso al credito, così come è neces­sario che sia recepita la direttiva europea che disciplina i tempi di pagamento della Pubblica Ammi­nistrazione ‘ dice Mariastella Gel­mini. Sul decreto liberalizzazioni, insomma ci sara’ un secondo tem­­po della trattativa. ‘Non e’ accetta­bile che un cittadino inglese pa­ghi il biglietto la meta’ di noi dove ci sono stati aumenti del 57 per cento dal 2000 a fronte di un’inflazione del 27 per cento’ dice Maurizio Lupi. ‘Biso­gna procedere alla separazione della proprieta’ delle reti dalla loro gestione e questo non vale soltan­to per telefonia, gas o energia ma anche per le ferrovie’ aggiunge Mario Valducci. Nel frattempo è stato sciolto il nodo della guida del partito in Campania, dopo le dimissioni di Nicola Cosentino con l’ufficializzazione dell’indica­zione di Francesco Nitto Palma co­me commissario straordinario. Una scelta fortemente voluta dal segretario che ha ritenuto non ci fossero le condizioni per la nomi­na di un dirigente locale e ha pun­tato su un outsider per il rilancio del partito nella regione".