Bagnasco: Non pagare le tasse è peccato

"Lotta agli evasori. Critica agli eccessi del capitalismo. Disponibilità a trattare sull’Ici per gli immobili della Chiesa e priorità a salvare l’Italia. Sono questi – spiega il Giornale – i punti cardine della prolusione con cui il presidente della Cei Angelo Bagnasco ha aperto ieri i lavori della sessione invernale del Consiglio permanente dei vescovi. Un intervento nel quale il cardinale non si è nascosto dietro troppe diplomazie e si è diffuso sui temi economici. Un intervento che susciterà discussioni, tanto che c’è già chi ha osservato che ‘il vento di Cortina ora spira anche nella Chiesa italiana’. ‘Questa è una stagione propizia per imprimere allo Stato e alla stessa comunità politica strutture e dinamiche più essenziali ed efficienti, lontane da sprechi e gigantismi’, ha premesso Bagnasco. ‘Per cooperare attivamente con il governo a riequilibrare l’assetto della spesa in termini di equità reale, e metter mano al comparto delle entrate attraverso un’azione di contrasto seria, efficace, inesorabile alle zone di evasione impunita, e ai cumuli di cariche e di prebende. La Chiesa- ha incalzato l’arcivescovo di Genova – non ha esitazione ad accennare questo discorso, perche’ non puo’ e non deve coprire autoesenzioni improprie. Evadere le tasse e’ peccato.
Per un soggetto religioso questo e’ addirittura motivo di scandalo’.

La sintonia con il governo guidato da Monti che pochi giorni fa aveva osservato che ‘a mettere le mani nelle tasche degli italiani sono gli evasori e non i governanti’ e’ esplicita. Il presidente della Cei ha ribadito la disponibilita’ a ritoccare la disciplina dell’ esenzione Ici agli immobili della Chiesa, pur sottolineando che non si trattera’ di una modifica normativa: ‘La Chiesa in Italia non chiede trattamenti particolari, ma semplicemente di aver applicate a se’, per gli immobili utilizzati per servizi, le norme che regolano il no profit. I Comuni vigilino, e noi per la nostra parte lo faremo: ci piacerebbe solo non si investissero tempo e risorse in polemiche che finiscono per far sorgere sospetti inutili e, in ultima istanza, infirmare il diritto dei poveri di potersi fidare di chi li aiuta’.
L’analisi del presidente della Cei e’ cupa. Bagnasco ha notato che con l’attuale crisi economica ‘sappiamo di essere entrati in una fase inedita della vicenda umana’ per la profondita’ e la radicalita’ dei problemi. Il ‘capitalismo sfrenato’ ormai non partecipa a risolvere i lavori ma a crearli.

La politica e’ ‘sempre piu’ debole e sottomessa’, la speculazione la rende ‘irrilevante, e quasi inutile’ e una ‘tecnocrazia transnazionale anonima’ sembra voler ‘prevalere sulle forme della democrazia fino a qui conosciuta’. Una premessa che non sfocia in diffidenza verso l’attuale governo tecnico, perche’ ‘al di la’ di ogni ventata antipolitica, va detto che la politica e’ assolutamente necessaria’. Anche in Italia,dove Bagnasco sottolinea che c’e’ al potere un esecutivo ‘di buona volonta’, ‘autonomo non dalla politica ma dalle complicazioni ed esasperazioni di essa’. In questo quadro e’ ‘irrinunciabile’ che ‘i partiti si impegnino per fare in concomitanza la propria parte, in ordine a riforme rinviate per troppo tempo tanto da trovarsi ora in una condizione di emergenza’. Il che, ha precisato Bagnasco ‘non significa rinunciare al proprio punto di vista sulla politica e su quanto in quell’ambito si muoveva ieri e si muove oggi. Ciascuno a suo tempo si esprimera’ in coscienza. Ma oggi c’e’ da salvare l’Italia e far si’ che i sacrifici non abbiano a rivelarsi inutili. Per questo urge superare il risentimento che qua e la’ affiora’.