Liberalizzazioni, i taxi inaugurano le proteste

"Il decreto sarà pure ‘salva Italia’, ma per ora sarebbe più corretto chiamarlo ‘sciopera Italia’ per le proteste che ha suscitato in tutte le categorie coinvolte nel provvedimento varato venerdì dal consiglio dei ministri. Si comincia con i tassisti – scrive La Stampa – che avevano da tempo stabilito nella giornata di oggi lo stop della categoria per protestare contro le liberalizzazioni del governo Monti. Già nei giorni scorsi non erano mancati assembramenti di taxi nelle piazze di varie città e forme di protesta non autorizzate. Oggi auto bianche ferme dalle otto alle ventidue. I tassisti chiedono un nuovo incontro con il governo per discutere della licenza part-time e dell’Authority delle reti, il nuovo organismo a cui spetterà il compito di decidere proprio sull’assegnazione delle licenze. Dallo sciopero si astiene solo Confartigianato Taxi. Ma se i tassisti hanno finora monopolizzato l’attenzione dei media per la reazione violenta alle misure del governo anche le altre categorie sono pronte a dare battaglia: dai benzinai ai farmacisti, dagli avvocati ai tir. Da oggi fino al 27 saranno fermi anche gli autotrasportatori di Trasporto Unito perchè hanno considerato insufficienti le misure per recuperare in parte la spesa delle accise sui carburanti. Dalle 21 del 26 gennaio scatta invece lo sciopero di 24 ore dei ferrovieri del sindacato Orsa che protestare contro quello che viene considerato ‘un attacco al lavoro’, ovvero la cancellazione dell’obbligo di applicare il contratto nazionale di settore. Anche i sindacati di base protestano per la manovra ‘che riduce il potere d’acquisto dei salari attraverso l’aumento dell’Iva, dell’Irpef locale, dei ticket sanitari, delle accise sulla benzina, contro l’adozione dell’ Ici sulla prima casa e contro la riforma delle pensioni’. Nonostante il passo indietro del governo sui farmaci di fascia C (che restano di esclusiva pertinenza delle farmacie), Federfarma ha annunciato la chiusura dei punti vendita il primo febbraio ‘se il Parlamento non modifichera’ il testo del decreto’. La Federazione e’ favorevole a nuove aperture pari ad un massimo del 10% del totale delle farmacie esistenti e rifiuta la prospettiva di un aumento, giudicato insostenibile, dell’attuale numero fino a un massimo di 7 mila esercizi in piu’. Gli avvocati hanno proclamato sette giorni di sciopero, i primi due il 23 e il 24 febbraio, gli altri a marzo a cavallo del loro congresso straordinario, convocato per il 9 e il 10 marzo. Pronti anche sit-in davanti al parlamento e a palazzo Chigi. Meno unitarieta’ si registra sul fronte dei gestori di pompe di benzina. La Figisc Confcommercio e’ stata la prima a minacciare sette giorni di serrata, ma e’ pronta a revocarli, mentre Faib e Fegica hanno per il momento confermato i loro dieci giorni di agitazione (da effettuare in pacchetti di tre giorni consecutivi al massimo), in attesa di vedere il testo definitivo del decreto. In questo caso pero’ la Fegica non lamenta un eccesso di liberalizzazioni, ma una carenza, perche’ il decreto sarebbe troppo ‘rispettoso’ delle esigenze dei petrolieri. Il problema di fondo e’ quello dell’esclusiva di approvvigionamento e di come verra’ modificata. Anche le associazioni dei consumatori hanno da protestare, ma in senso opposto: liberalizzazioni troppo annacquate e provvedimenti che la pressione delle lobby ha molto ammorbidito. Adusbef e Federconsumatori non comprendono ‘la giornata di mobilitazione di oggi, ma se comunque realizzata, che sia priva nella maniera piu’ assoluta di comportamenti incivili’.
Secondo le due associazioni dall’ultima bozza resa pubblica ‘ci sembra di poter capire che il governo abbia aperto se non una autostrada, un buon percorso per arrivare ad una soluzione per la questione taxi’. Per Alessandro Atzeni, presidente di Ciisa-Taxi lo sciopero era irrevocabile ‘vista la totale mancanza di informazione e comunicazione da parte del governo’. Ma e’ assicurato il rispetto delle regole previste dalla commissione di garanzia sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, specie per quanto riguarda il trasporto sociale per anziani, portatori di handicap e malati".