Tir, blocchi sulle autostrade

"Mentre i ‘Forconi’ siciliani concedono una tregua, allentando le maglie dei posti di blocco, la protesta sale verso nord. In continente. Sui bestioni dell’asfalto. Decine di camion e Tir – racconta il Corriere – ieri sera hanno bloccato le uscite autostradali di Caserta Sud, Capua e Santa Maria Capua Vetere. Spostandosi poi verso Nola e Caserta Nord. Si dichiarano legati al movimento dei ‘Forconi’, ma gli interessati, perlomeno i due leader Mariano Ferro e Franco Calderone, da Palermo smentiscono: ‘Con noi non c’entrano’. Probabilmente questi avamposti campani si ricollegano alla ‘Forza d’Urto’ di Giuseppe Richichi, potente capo dei camionisti dell’Aias, che in sei giorni hanno messo in ginocchio la Sicilia. Ex alleato dell’associazione di agricoltori e allevatori ribelli. Da cui pero’ ha divorziato, accusandoli di essere troppo miti. Pedine del governatore Raffaele Lombardo. La paura è che si ripeta, su scala nazionale, quello che è accaduto oltre lo Stretto. Con i supermercati e i benzinai presi d’assalto. Al Viminale ammettono che ‘c’è preoccupazione’. La situazione viene seguita ‘con molta attenzione’. Nel timore che si arrivi ad una vera paralisi del traffico autostradale, specialmente intorno alla Capitale. L’allarme e’ scattato nel tardo pomeriggio di ieri. Quando assembramenti di Tir nella notte sono stati segnalati anche in Calabria, agli svincoli della A3 a Villa San Giovanni e Rosarno. Primi ingorghi anche in Puglia. Autotrasportatori ciociari si sono radunati alle uscite della A1 presso Frosinone, Cassino e Ferentino, distribuendo volantini contro il rincaro del gasolio, dell’autostrada e dell’Irpef. A piedi e in auto hanno tentato di fermare la circolazione, ma sono stati dissuasi dalla Polizia Stradale. Colonne di mezzi pesanti si sono formate pure sulla A14, all’uscita per Termoli. Il nemico numero 1 e’ lo stesso: il caro gasolio. Quello per cui il sindacato autonomo Trasportounito ha appunto proclamato uno sciopero di 5 giorni. Nel cuore della rivolta, ovvero in Sicilia, i presidi sono aperti. Si rallenta ma si va. Pero’ e’ chiaro che si tratta solo di una tregua temporanea. Si resta in attesa del colloquio di dopodomani tra il premier Mario Monti e il governatore Raffaele Lombardo. ‘La protesta andra’ avanti fino a giovedi’ assicura Martino Morsello, altro capo dei ‘Forconi’ (espulso pero’ dai cofondatori perche’ considerato troppo vicino alla destra di Forza Nuova, si e’ alleato subito con Richichi). ‘Sara’ in forma pacifica ma terremo alta la tensione per far conoscere al mondo intero lo stato di crisi socio economico in cui versa la Sicilia per scelte sbagliate della sua classe politica’. Ieri a Palermo intanto – mentre ai pochi distributori aperti si facevano ancora lunghe file – i due leader del movimento di agricoltori, allevatori, pescatori e camionisti, Mariano Ferro e Franco Calderone hanno incontrato alcuni capigruppo e deputati dell’assemblea regionale siciliana nella Sala Rossa del Palazzo dei Normanni chiedendo che la questione sia portata in aula domani e che sia dichiarato lo stato di crisi della Sicilia. ‘Vogliamo risposte certe e subito’, spiega Calderone. ‘Devono capire che la gente qui se li vuole mangiare, devono darsi da fare, e’ il loro dovere, non ci stanno mica facendo un favore’. Altrimenti l’hanno giurato e lo manterranno: ‘Andremo a Roma. Anche a piedi, anche a pane e acqua’".