Agenzie di rating. Crearne una europea? La crisi dell’Europa occidentale

La Procura di Trani invia la Guardia di Finanza negli uffici di Standard and Poor’s per supposte manipolazione del mercato e abuso di informazioni privilegiate. L’Europa dovrebbe dotarsi di una sua agenzia di rating, dice il presidente della Bce, Mario Draghi, ribadendo come la reputazione delle agenzie sia stata "intaccata durante la crisi". Ovvio, che le agenzie di rating non sono la "Bocca della Verità" e qualche dubbio sulla esattezza delle loro analisi ci gira per il capo, così come una agenzia europea di rating non dovrebbe servire a dirci che siamo bravi; a suonarcela e cantarcela, insomma. Purtroppo è l’Europa occidentale che è in crisi. In crisi per i propri mastodontici apparati pubblici, per i sistemi fiscali e per la configurazione del lavoro, della previdenza e dell’assistenza. Con l’economia globalizzata un operaio cinese ci batterà sempre, così come i lavoratori dell’Europa dell’Est saranno sempre più competitivi dei nostri. Per questo si delocalizzano le aziende e le produzioni. Non possiamo più stampare moneta per pagare debiti che si accumulano e, soprattutto, non siamo in grado di rispondere alle sfide dei mercati globalizzati. Rompere incrostazioni corporative e antichi tabù riesce difficilissimo, come stiamo costatando in questi giorni di proteste delle categorie professionali e imprenditoriali, arroccate nella difesa di vecchi privilegi. Dobbiamo diventare più leggeri, flessibili e competitivi, altrimenti affonderemo.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc