Riforme, il Colle prepara un nuovo appello

"La modifica dei regolamenti parlamentari è praticamente pronta. Frutto di un accordo tra i vicecapigruppo del Senato di Pdl e Pd, Gaetano Quagliarello e Luigi Zanda, che si è sbloccato nel momento in cui è caduto il governo Berlusconi. Visto che quelle norme regolano soprattutto il rapporto di maggioranza e opposizione è stato più facile raggiungere un´intesa ora che i grandi partiti sono nella coalizione di Mario Monti con il Terzo polo. Ma Giorgio Napolitano chiede di più, scrivono Goffredo De Marchis e Roberto Rosso su Repubblica. Ieri ha visto Pier Luigi Bersani e Angelino Alfano. Oggi è il turno di Lega e Italia dei Valori. Già domani tornerà a convocare i presidenti delle Camere Fini e Schifani per chiudere il giro. E quasi sicuramente affiderà a una nuova nota, sottoscritta anche dagli altri due vertici istituzionali, il suo pensiero sulle riforme, legge elettorale compresa. Allarmato dalle distanze registrate nei suoi colloqui.

Le forze politiche, senza una decisa spintarella del Colle, rischiano di non trovare alcun accordo. I colloqui di ieri hanno confermato a Napolitano l´assenza di una sintonia sui contenuti delle riforme. E che la strada e’ ancora tutta in salita, l´intesa appare lontana.
Ma proprio questo e’ il momento, secondo il Quirinale, di rilanciare. Le distanze si possono colmare con il tempo, il punto e’ partire con il treno delle riforme. In questo senso la collaborazione dei presidenti delle Camere e’ fondamentale. E l´idea del capo dello Stato e’ di non separare la riforma elettorale dal resto delle modifiche istituzionali: dalla riduzione del numero dei parlamentari al Senato federale. Sarebbe insensato scrivere un nuovo sistema di voto senza tenere conto di un rinnovamento del resto dell´architettura istituzionale. Tempi troppo lunghi, un´operazione troppo ambiziosa che rischia cosi’ di mandare in tilt l´addio al Porcellum? Se la volonta’ politica c´e’ davvero, ha detto Napolitano a Bersani e Alfano, il cantiere delle riforme in sei mesi puo’ dare i frutti sperati. Si combatte soprattutto intorno alle spoglie della "porcata", un caro estinto in realta’ vivo e vegeto. La legge attuale piace pochissimo al capo dello Stato. E ancora meno convince il segretario del Pd: ‘Quando vedo riaffiorare antiche legami tra Bossi e Berlusconi penso che potrebbero andare avanti con il disastroso meccanismo del Porcellum. Per noi la riforma e’ un´urgenza assoluta’, dice Bersani subito dopo la visita al Colle. Nel pomeriggio tocca ad Alfano con i capigruppo Gasparri e Cicchitto. ‘Occorre ridurre i parlamentari e avere senatori e deputati scelti dai cittadini’, comunica il segretario del Pdl via twitter. Cosa significa, la rinuncia al Porcellum? Maurizio Gasparri precisa: ‘Dipende. Si puo’ anche fare un Porcellum con un po´ di preferenze, c´e’ il modello spagnolo, ci sono altri sistemi. L´importante e’ accelerare e rilanciare. Con riforme complessive. Anche il presidenzialismo non e’ un tabu’. Il tema sara’ al centro di un vertice del Pdl con Berlusconi a Palazzo Grazioli oggi.
Gli sherpa e gli esperti dei partiti si vedono. Casini tiene sul tavolo l´arma di una riunione con gli altri segretari della maggioranza Pdl, Pd e Terzo polo. Ma il Pd teme le mosse del centrodestra. Per questo pensa di dare seguito agli appelli di Napolitano presentando alla Camera mozioni che impegnino il Parlamento a fare le riforme. Poi si discutera’ dei modelli. A quel punto il Pdl dovrebbe votare e scoprire le carte. In parallelo partira’ una campagna di comunicazione dei democratici per mostrare un partito che le riforme le vuole. E frenare l´ondata di antipolitica che da sempre travolge in particolare la sinistra".