Legge elettorale, Pd e centristi spingono. I paletti del Pdl

"’Chi fa i calcoli per tornare al voto con il ‘porcellum’ sbaglia, perche’ le pressioni per cambiare la legge elettorale saranno insostenibili’. Il monito di Enrico Letta, vicesegretario del Partito democratico, fotografa la situazione dopo la sentenza con cui la Consulta ha dichiarato inammissibili i referendum: Pd e Terzo Polo accelerano, mentre il Pdl ha una road map più graduale, che vede la legge elettorale come coronamento del percorso. Lo scrive il Corriere. Letta è convinto che Quirinale e opinione pubblica non daranno tregua ai partiti e che il tavolo delle riforme dovrà aprirsi in tempi brevissimi. ‘Prima è, meglio è – sprona il numero due del Pd -. Mi auguro che la sintonia tra Bersani, Alfano e Casini partorisca anche la voglia di trovare l’intesa sulla legge elettorale’. Oggi i tre leader pranzeranno con Monti e Letta auspica che ‘la cabina di regia partorisca i criteri dell’accordo’. La principale preoccupazione del Pdl, come ha spiegato ieri Angelino Alfano al Corsera, è che mettendo mano alla legge in vigore si cancelli ‘il diritto del cittadini di indicare il premier’. Per il Pdl, insomma, la modifica del sistema di voto non e’ una priorita’. Eppure la disponibilita’ a imboccare il sentiero delle riforme consente di fissare qualche punto fermo. Un minimo comun denominatore, su cui un compromesso potrebbe realisticamente saltar fuori entro la primavera, e’ un pacchetto di tre riforme preliminari: modifica dei regolamenti di Camera e Senato, riduzione del numero dei parlamentari e riforma istituzionale con il superamento del bicameralismo.

‘E’ un complesso di leggi che vanno fatte ú riconosce Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl ú. Il confronto operativo sui regolamenti si puo’ mettere in calendario gia’ dalla prossima settimana’. E la riforma costituzionale? ‘Noi abbiamo un testo e da li’ si puo’ cominciare, poi ognuno presentera’ i suoi emendamenti’. Quanto alla legge elettorale, Gasparri pianta qualche solido paletto: ‘A noi piace un sistema che lasci ai cittadini la decisione sul governo e ampli la possibilita’ di scegliersi i candidati’. Quindi niente sistema tedesco? ‘Sarebbe il superamento del bipolarismo ú risponde Gasparri ú. Mentre noi preferiamo sistemi bipolari’.
Qual e’, dunque, la mediazione possibile? Gaetano Quagliariello ha un progetto simil-spagnolo, con collegi piccoli e premio di maggioranza sia alla Camera che al Senato. E anche Luciano Violante (Pd) ha indicato il sistema spagnolo come una possibilita’. Il problema e’ che Peppino Calderisi (Pdl) ha presentato una proposta di semi-presidenzialismo che piace, tra gli altri, a La Russa, Verdini e Frattini. E, altro ostacolo non piccolo, a Berlusconi piacerebbe limitarsi a modificare il ‘porcellum’.
Come? ‘Mantenendone i pregi e cancellandone i difetti’, ha sintetizzato Alfano.

Ma il Terzo Polo, che predilige il sistema tedesco, stoppa la tentazione del ‘ritocchino’ in corsa. ‘Da parte delle forze che sostengono Monti ú avverte Benedetto Della Vedova, capogruppo di Fli ú sarebbe suicida tornare al voto con questa legge’. Correggere il ‘porcellum’ non basta? ‘No, noi vogliamo cambiarlo al piu’ presto, perche’ provoca disgusto nell’opinione pubblica. Dobbiamo fare tabula rasa, come se ci fosse stato il referendum’. I finiani preferiscono il tedesco, ma sono disposti a confrontarsi sullo spagnolo. E l’Udc, pur di cambiare la legge e intestarsi la battaglia della riforma elettorale, non fara’ le barricate in difesa del modello in vigore in Germania. ‘Noi siamo per il proporzionale, ma apertissimi a confrontarci su tutto ú conferma Roberto Rao ú. Tenersi il ‘porcellum’ e’ impensabile. Basta andare a un qualunque comizio e vedere l’ovazione che scatta quando si dice che devono essere i cittadini a scegliersi i parlamentari’. E La Lega? Marco Reguzzoni prende tempo: ‘Per noi la legge elettorale arriva solo alla fine del percorso di riforme istituzionali’".