Casini: Con Monti Italia al centro del ring

‘Con Monti l’Italia è tornata al centro del ring, e ora i compiti li devono fare tutti, Merkel compresa’. ‘La politica italiana deve autoriformarsi in fretta, a partire dalla riduzione dei parlamentari’. ‘Il referendum? A prescindere dalla Consulta, la legge elettorale va cambiata comunque’. Di ritorno da una vacanza alle Maldive oggetto di polemiche che liquida con una battuta (‘sì, stavo in un club esclusivo con cinquecento italiani’) Pier Ferdinando Casini, leader Udc e grande sponsor dell’attuale governo, parla – in una intervista a L’Unità – della fase due che va a incominciare: per l’esecutivo, e per i partiti. Con sguardo lungo sul Centro: ‘Un grande rassemblement dei cattolici? Più che temerlo lo auspico. Chi lo condivide, nel Pdl e nel Pd, non dovrebbe sottrarsi’. Prima Sarkozy, a breve la Merkel: come giudica la missione europea di Monti? ‘Finalmente siamo di nuovo al centro del ring. L’Italia p sempre stata un Paese fondamentale per gli equilibri europei, e oggi torna ad essere indispensabile. La fase è delicatissima, ma è importante che ci sia chi, come Monti, parla del nostro Paese dicendo cio’ che va detto anche a Francia e Germania. Abbiamo fatto i compiti a casa, adesso tutti devono farli. Intendo dire che anche la Merkel deve porsi il problema. Comprendo le motivazioni del suo pressing perchè ci sia una presa di coscienza e si cambi passo: ma una volta provocato l’elettroshock, se la Germania non e’ lesta rischia di finire anche lei sotto le macerie dell’Europa’.

Cosa vede sul tavolo, in vista del consiglio europeo di fine gennaio?
‘Alcune incongruenze ormai sono evidenti e vanno affrontate subito. Prima fra tutte il ruolo della Bce: non possiamo pensare che agisca come la Federal reserve, pero’ deve avere la possibilità di muoversi con maggior snellezza e fluidita’. Ma penso anche alla riduzione della quota di debito per i Paesi che superano il 60 per cento del rapporto debito/Pii, e alla possibilita’ di defalcare gli investimenti strutturali dal calcolo del deficit rispetto al Pii.
Questioni che ormai riguardano tutti. Per tornare a Monti, cio’ che ha fatto ci rende fiduciosi: a partire dalla manovra, che e’ stata anche la pre-condizione per avere voce in capitolo in Europa. Questa era la strada, altro che chiedere alla Germania – come si e’ fatto l’estate scorsa – l’emissione degli Eurobond. Perche’ non basta chiedere: bisogna costruire le condizioni per dare alla Merkel la possibilita’ di spiegare alla sua opinione pubblica che sono indispensabili’. In poche settimane l’atteggiamento della Francia e’ cambiato, pensa che cambiera’ anche quello della Germania? ‘Non lo so. La Francia rischia, il loro di intelligenza. Lo stesso dovrebbe fare anche la Merkel. Ma voglio avere fiducia, spero che sin qui abbia fatto un calcolo azzardato ma lucido’. Il governo Monti e’ chiamato a gestire la fase due. Passera ha parlato combattivamente di un decreto al mese. ‘Il problema non e’ la contabilita’ dei decreti, ma la sostanza. Si dovrebbe procedere anzitutto alle liberalizzazioni: colpendo pero’ tutti, non i soliti noti.
Senza dimenticare, per esempio, i servizi pubblici locali.
Ecco, mi auguro che non si guardi in faccia a nessuno, solo cosi’ le liberalizzazioni avranno corso in Parlamento’.

I ministri del governo ‘Chi volesse impedire loro di fare politica al termine della legislatura si chiuderebbe al nuovo dando prova di debolezza’ Cosa metterebbe ancora nell’agenda delle riforme? ‘L’evasione fiscale, stando attenti a non alimentare l’odio sociale. Perche’ la ricchezza tante volte e’ prodotto di lavoro e sacrificio. Il peccato e’ la ricchezza parassitarla. E quella illegale e’ peccato mortale’. Condivide i blitz della Finanza? ‘Certo: la lotta all’evasione e’ fatta anche da simboli, ed e’ sacrosanto far capire che evadere e’ un ladrocinio. Esprimo anzi la mia solidarieta’ ad Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate: e’ assurdo che oggi diventi lo spauracchio del centrodestra, dopo aver avuto la fiducia del governo Berlusconi’. Che altro dovrebbe fare il governo?
‘Concentrarsi sulla crescita. E qui ci vuole un po’ di fantasia, perche’ non sono molto persuaso che nuovi Cipe sbloccheranno tutte queste somme. Dopo tre anni di annunci rivelatisi bufale, ho una certa diffidenza. Infine, ci sono altre emergenze, come le carceri e la criminalita’. Sulla giustizia si possono fare tante riforme a costo zero: le pene alternative al carcere, la riduzione delle circoscrizioni giudiziarie, maggiori garanzie per gli imputati evitando espedienti dilatori’. Marco Pollini ha invitato a riempire di contenuti anche l’agenda dei partiti, per ora piuttosto smilza.

La vostra fase due? ‘I partiti hanno avuto l’intelligenza di dichiarare l’armistizio, pero’ e’ adesso che si giocano la loro credibilita’. In altre parole, dobbiamo autoriformarci, dimostrando di avere la capacita di fare scelte anche dolorose. O il problema diventera’ davvero stabilire chi ha pagato il cotechino di Monti. Ed e’ gia’ allucinante che lui debba spiegare che il cotechino l’ha pagato la moglie: allucinante, ma figlio di un clima’. In concreto? Nuova legge elettorale? ‘La legge elettorale e’ l’ultimo dei problemi: Chiti ha fatto bene a promuovere la mozione di indirizzo, tutti sappiamo che il sistema va rivisto. Ma pregiudiziale e’ la riduzione del numero dei parlamentari. Io propongo una diminuzione graduale e realistica, perche’ e’ questo Parlamento che deve incominciare: dunque una riforma che tagli, per la prossima consultazione, cento parlamentari, e poi a regime porti Senato e Camera a due terzi di quel che sono ora’. Poi?
‘Differenziare il ruolo e le materie dei due rami del Parlamento: per esempio alla Camera la fiducia al governo, al Senato un ruolo preminente in politica estera, nei trattati internazionali, su questioni di rilievo costituzionale, con un presidente che sia una sorta di vice Capo dello Stato. Ci vorrebbe, ovviamente, anche una revisione dei regolamenti’.
Il futuro del Centro ‘Rassemblement cattolico? Piu’ che temerlo lo auspico Ma sogno un partito della Nazione che allarghi i confini del Terzo Polo’ E la nuova legge elettorale? L’Udc e’ per il proporzionale alla tedesca, ma non pochi vedono con orrore l’idea di una Grosse Koalitionorevole ‘E non li capisco: orrore dovrebbe suscitarlo ripensare alle vecchie coalizioni, quelle con la Lega e con Di Pietro’. Cosa si aspetta dalla Consulta, chiamata a decidere dell’ammissibilita’ del referendum?
‘Nulla: in un caso o nell’altro una nuova legge elettorale dovremo farla’.

E le prospettive del Centro? Il Foglio scrive che lei il grande rassemblement bianco, un nuovo partitone che triangolasse tra Bagnasco, Riccardi e Fioroni, ‘un po’ lo teme’. ‘Piu’ che temerlo lo auspico, veramente. La Cei ha fatto una cosa importante: ha fatto capire che i cattolici sono disponibili a sporcarsi le mani con la politica. E io, nella formazione di questo governo, ho operato in ogni modo per favorire l’arrivo di personalita’ nuove, anche raccogliendo la sollecitazione di quei mondi.
Detto questo e purche’ non si parli piu’ di un partito cattolico, ma di cattolici – se lei mi chiede cosa c’e’ nel mio libro dei sogni…’ Cosa c’e’? ‘Un partito della Nazione in grado di allargare i confini del Terzo polo a personalita’ del mondo economico, come tanti che stanno in questo governo, ma anche dell’associazionismo. Questo vedo, e credo che nessuno del Pdl e del Pd che condivida questa politica dovrebbe sottrarsi’. Qualcuno degli attuali ministri potrebbe diventare un vostro candidato? ‘Io dico solo, alla destra come alla sinistra, che un sistema che volesse interdire a chi oggi sta nel governo Monti l’approdo in politica, dimostrerebbe di essere incapace di aprirsi al nuovo, e dunque molto debole, degno di stare in un convalescenziario’".