Oportet Silentium Facere

Il prof. Andrea Filloramo è da ritenere un elemento vitale per comprendere il “cambio di guardia” della diocesi peloritana, in cui un vescovo si è dimesso e un nuovo vescovo adesso siede sul seggio episcopale sul quale, ai suoi tempi c’era Fasola, venuto dopo Pajno, vescoviper lui e per tanti indimenticabili, e negli ultimi tempiprima di La Piana, vi erano Marra e Cannavò, vescovi che meritano di essere anch’essi ricordati.
Egli, ascoltando preti e laici, per diverso tempo ha denunciato l’assurdo silenzio dell’ex arcivescovo Calogero La Piana sulle accuse fattegli circa le modalità con cui gestiva l’assegnazione degli incarichi dei preti nella diocesi (nessuno può dimenticare il caso di don Salvatore Sinitò) e sul caso dell’eredità ricevuta dal dott. B, ritenuto amico particolare del vescovo, di cui tanto si parlava malevolmente in citta.
Ha cercato, perciò, in tutti i modi, attraverso le righe di questo giornale, interpretando il desiderio dei suoi lettori, di richiamare con molto garbo al dovere della“trasparenza” l’arcivescovo emerito.
Riteneva, come egli ha scritto più volte, che questa fosse l’unica e necessaria strategia per far tacere i malevoli e per far conoscere la verità, qualunque essa fosse, nonché un diritto alla difesa del vescovo da ritenere indispensabile.
Ma il vescovo La Piana, non sappiamo per quali motivi,pur ripetutamente incalzato, ha osservato il silenzio, fino a quando è stato travolto dagli eventi e dopo le dimissioni, come imposto dal suo vicario generale,si è rifiutato, durante un’assurda conferenza stampa, di aprire – al dire del vicario – determinati files.
Al professore, che mantiene ancora il rapporto con tanti amici di Messina, chiediamo, in questa breve intervista, quale clima, a suo parere, si respira oggi nella diocesi di Messina-Lipari-S. Lucia del Mela, che ha un nuovo arcivescovo nella persona di Mons. Giovanni Accolla.
Andrea, sicuramente non vuoi aprire il discorso sul passato e, quindi, ne taccio, ma non posso non chiederti cosa ne pensi dell’epilogo del caso La Piana. Mi riferisco all’articolo sull’Espresso e al capitolo del libro scritto da Fittipaldi.
Ho già espresso il mio pensiero critico proprio in questo giornale, tuttavia ribadisco, che quelle persone che hanno trasmesso a Fittipaldi quel biglietto del dott. B, biglietto non presunto ma vero, il cui contenuto era conosciuto da tanti, hanno consapevolmente fatto una grande “mascalzonata”,da condannare moralmente. Non si può e non si deve umiliare, a fini scandalistici, un uomo, particolarmente un vescovo, che oltretutto si era già dimesso. Le dimissioni obbligavano tutti al rispetto, che era tutto nel mio invito quando scrivevo: “Oportet Silentium Facere” cioè: “È necessario osservare il silenzio”.
Ha vinto, così, la morbosità, che indica sempre mancanza di equilibrio nel comportamento e cattiveria di chi predica l’amore ma cova l’odio. L’episodio, però, è da inquadrare nel clima di una larga parte del presbiterio che, ai tempi di La Piana, non appariva e non era sicuramente idilliaco, con responsabilità dirette dello stesso vescovo emerito.

Questo clima oggi è cambiato?
Dalle informazioni che continuamente mi pervengono e dal contatto diretto che ho avuto recentemente con alcuni preti, venendo a Messina, devo affermare che oggi fra i sacerdoti, si respira un’area diversa. Ritengo che il merito sia di tutti che hanno superato il trauma di una diocesi che rischiava il tracollo. Un merito particolare è da riconoscere all’Amministratore Apostolico Mons. Papa, che, in poco tempo, con il suo modo di essere, con la sua disponibilità illimitata, ha fatto vedere come deve essere un vero pastore e ha preparato, quindi, la strada al nuovo arcivescovo.

“Preparare la strada”. Mons. Accolla, quindi, la sta percorrendo?
Certamente! Superato il primo momento di incertezza, dato il clima arroventato, che, giunto in diocesi, ha trovato; data anche la non conoscenza di situazioni pregresse, di persone e cose, che gli ha fatto compiere qualche errore di valutazione, per il quale ha chiesto anche scusa; senza alcuna titubanza si è impegnato e continua ad impegnarsi a fare il vescovo, accostando, cercando, ricevendo o andando a trovare i preti, con i quali trattiene un rapporto di amicizia e di benevolenza. Proprio quello che, a mio parere, ci voleva.

Ma ancora non si nota alcun “cambiamento” dei curiali ritenuto indispensabile.
Non è mio compito riferirmi all’indispensabilità dei cambiamenti, da te richiamata e capisco anche i motivi per i quali, dopo quel che è avvenuto, alcuni ritengono che la responsabilità sia stata anche di chi stava attorno al vescovo emerito e, pertanto, sarebbe necessario che cedano il posto ad altri. Sarà sicuramente l’arcivescovo Accolla che deciderà eventualmente i tempi e i modi con i quali opererà i cambiamenti richiesti.