Le domande grandi dei bambini

 

di Nicola Currò

Il Meeting per l’amicizia tra i popoli, che si sta celebrando in questi giorni a Rimini, è un crocevia di eventi di ogni genere. Uno degli stand più ricchi di proposte, che cattura l’attenzione di quasi tutti i visitatori, è sicuramente quello della Confraternita dei Centri di Solidarietà. Uno stand facilmente identificabile per via del fatto che su di esso campeggia una gigantografia, realizzata dal maestro Franco Vignazia, che riproduce la scena evangelica del paralitico condotto dai suoi amici al cospetto di Gesù affinché lo guarisse dalla malattia.
La rete italiana dei Centri di Solidarietà si occupa di sostenere e custodire la persona in tutti i suoi bisogni. E uno dei bisogni principali dell’uomo è quello di comprendere quale sia lo scopo per cui sta al mondo. Si tratta di un processo educativo lungo e paziente che necessita di persone appassionate alla realtà. Educare è divenuta una questione complicata, a maggior ragione oggi in cui dominano media e social-media rispetto ai quali le tradizionali agenzie educative hanno quasi abdicato. Se così stanno le cose ha senso continuare a parlare di educazione? Una domanda cui ha dato una risposta padre Maurizio Botta, fresco autore, assieme a don Andrea Lonardo, de "Le domande grandi dei bambini" (Itaca Edizioni, Pagg. 128, € 10,00). Si tratta di un manuale di catechismo in cui si affrontano, senza preconcetti, le curiosità dei bambini rispetto ai grandi temi dell’esistenza. I bambini, nella loro semplicità, hanno domande profonde sul senso della vita e offrire loro delle risposte è un grande atto d’amore. Spesso la vita muore per mancanza di risposte sulle grandi questioni dell’esistenza e il fatto che ci sia uno, come padre Botta, che decide di scrivere un catechismo rivolto ai bambini significa dar loro la possibilità di sviluppare una coscienza critica sulla realtà così che nessun potere possa minacciare le loro coscienze. Rispondere a domande del tipo: "Se Dio ha creato il mondo chi ha creato Dio?", oppure: "Io ho la paura che Dio non esiste, siamo sicuri allora che la nostra religione sia quella vera?" o ancora: "Ma se Dio ha mandato suo figlio per donare la vita per noi perché non è venuto direttamente Lui?" è un gesto rivoluzionario come rivoluzionario è stato pensare di scrivere "Le domande grandi dei bambini" dove ai nostri figli vengono date risposte serie e senza infingimenti e dove si offrono loro dei contenuti in un’epoca in cui invece si preferisce proporre solo degli schemi, convinti come siamo che "tanto i bambini non possono capire".