
Sulla recente riforma delle Autorità Portuali che prevede la creazione dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto con Gioia Tauro come sede dell’ente, comprendente anche i porti di Crotone (porto vecchio e nuovo), Corigliano Calabro, Taureana di Palmi, Villa San Giovanni, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Messina, Milazzo, Tremestieri, interviene il Consigliere della V Circoscrizione Paolo Barbera e il Consigliere della IV Circoscrizione Alessio Mancuso
"No all’ANNESSIONE dell’Autorità Portuale di Messina!" così Barbera che osserva: "Desideriamo far riflettere l’opinione pubblica e il Governo, perché a essere messa a rischio è l’autonomia della città che possiede un ruolo ultracentenario nel mondo dei trasporti marittimi, che corriamo il rischio di perdere! Riteniamo giusta la sinergia e la cooperazione con le altre realtà portuali, ma diciamo no all’accorpamento con il porto di Gioia Tauro, mentre siamo favorevoli a mantenere l’Autonomia come invece stabilito dal Consiglio dei Ministri per i porti di Taranto e Trieste. La riforma dei porti trascinerebbe Messina verso effetti negativi e pesantissimi per l’economia locale. Per questo invitiamo il governo a ripensare alle scelte fatte e a quanto previsto nel nuovo Decreto Legislativo sulla riorganizzazione Razionalizzazione e semplificazione della disciplina concernente le Autorità Portuali di cui alla legge 28 gennaio 1944 n. 84. L’Autorità Portuale di Messina ha tra l’altro un bilancio in attivo e la sua inutile annessione provocherebbe un inefficienza di governo per le aree portuali del nostro territorio. Il porto per la città di Messina è una risorsa, pertanto mantenere la sua autonomia vuol dire garantire futuri investimenti. Altrimenti tutta la città e tutta l’economia cittadina ne piangerebbero le conseguenze.
Non siamo contrari, come da indicazioni del governo, a concentrare tutte le principali funzioni di promozione, pianificazione, gestione e controllo oggi attribuite alle attuali Autorità portuali presso una cabina di regia nazionale. Tuttavia non condividiamo la scelta di unificare l’Autorità Portuale di Messina, con la specialità dello Statuto di autonomia siciliano, ad un territorio di una regione a statuto ordinario con il rischio concreto di creare un pasticcio di norme. Per questo sosteniamo l’opportunità di prevedere Messina come sede di Autorità di Sistema Portuale.
Siamo fermamente convinti che secondo la visione globale delle economie del trashipment si debba guardare alla realizzazione di quella piattaforma logistica mediterranea naturale rappresentata dal territorio siciliano. Oggi la maggiore esigenza di supporto logistico deriva da territori ove i gruppi internazionali e nazionali hanno delocalizzato tutte le imprese manifatturiere, ossia paesi extra UE ed in particolare i paesi rivieraschi del Mediterraneo. Il porto di Messina si presta benissimo ad un collegamento stabile con le rotte del traffico internazionale merci e passeggeri in uscita dal canale di Suez (che di recente ha potenziato la sua capacità con l’inaugurazione del secondo canale che permetteranno il passaggio alle mega-size navi più grandi con più pescaggio ma maggiore capacità di carico). Inoltre, nazioni come la Tunisia, Algeria, Marocco ed Egitto, alla luce del potenziamento del canale di Suez, diventeranno dei player importanti nel prossimo ventennio in materia di interscambio. In ragione di ciò bisogna investire e rilanciare la dotazione infrastrutturale incrementando la capacità di movimentazione sui collegamenti con le aree di retro-porto ed interporti, migliorare l’offerta dei servizi di sbarco delle merci adottando tecnologie come il preclearning (ossia la spedizione del manifesto di carico nave prima ancora dell’approdo della stessa, al fine di velocizzare le operazioni di sbarco in porto riducendo i tempi morti di sdoganamento merci), migliorare i servizi in porto. Tutto ciò al fine di far riconoscere alla città di Messina un diritto da troppo tempo negato, ossia il ruolo di piattaforma logistica integrata al centro dell’Area mediterranea.