Se non possiamo processare Giuseppe Spanò allora siamo alla frutta

Presidenti Malagò e Petrucci da appassionato e tesserato gioisco per i vostri successi nel Basket nazionale che può aspirare alle Olimpiadi di Rio anche grazie all’arrivo di un grande coach come Ettore Messina e al tempo stesso puntare a organizzarle a Roma nel 2024 resto un pizzico perplesso per quel che accade nella mia Sicilia, nel movimento sportivo del quale faccio parte. Da qui non sembra una Fip perfetta, ma un conto è viverla a Roma, un conto in Sicilia. La noia è quando non ci sono sorprese e in questo senso il massimo della noia è la normalizzazione delle cose diversamente etiche, perché la certezza dell’impunità spesso va a braccetto con la noia. Siamo così abituati alle non regole da non poter pretendere la legge uguale per tutti? Non lo so, non mi pare. Qui succede, almeno per quanto riguarda il basket siciliano, che si vince abbastanza a sorpresa dei premi che non si meritano e si perde abbastanza a sorpresa la decenza. Spesso nei campionati gestiti dal Comitato regionale diretto da Antonio Rescifina non c’è nulla di annunciato, nulla di certo se non lo scontato e questo non dovrebbe essere il sale della competizione. Epperò presidenti Malagò e Petrucci ci sono situazioni umane coinvolgenti: il mitico Rescifina e l’arbitro Giuseppe Spanò, due nomi bastano.

Sunto delle puntate precedenti: lo scorso 11 novembre segnalo al Coni e alla Fip l’anomalo comportamento dell’arbitro siciliano Giuseppe Spanò; Due giorni dopo sia il Coni che la presidenza della Fip mi annunciano che è stata investita del caso la Procura Federale. Attendo di essere ascoltato ma nel frattempo… ecco cosa accade.

Egregi Presidenti, mi rivolgo nuovamente a Voi in quanto presidenti del Coni e della Federazione Pallacanestro con la speranza che questa volta sia faccia chiarezza, una volta per tutte, sul comportamento etico che devono tenere i tesserati, affinché la Sicilia sia finalmente una terra dove lo sport sia basato su criteri di etica e di regole certe proprio in virtù della sua missione di aggregazione sociale e formativa. Lo scorso 11 novembre 2015 con una lettera aperta a Voi indirizzata segnalavo alla Presidenza della Fip il rammarico, per una grave violenza da me subita e sulla quale la Federazione Sicilia, presieduta da Antonio Rescifina aveva glissato. E in quella missiva indicavo, nello specifico, l’etica dell’arbitro Giuseppe Spanò. Dopo la mia segnalazione, sia segreteria del Presidente del CONI che la Presidenza Fip, con nota protocollo 7123, mi rassicuravano che il mio esposto sarebbe stato inoltrato alla Procura federale. Orbene ho atteso che qualcuno mi chiamasse per essere ascoltato per fare luce su quanto da me denunciato. Per evitare che la società con cui collaboro, la Sport è Cultura Patti, fosse danneggiata ho persino evitato, per circa due mesi, di andare in panchina; da qualche settimana però, sollecitato anche dalla società, visti gli impegni giovanili e della prima squadra, ho ripreso il mio posto in panchina. E che accade nel frattempo? Semplice, l’ennesima mancanza di etica da parte di coloro che dovrebbero tutelare le regole e salvaguardare l’etica sportiva. Ieri per la gara under 20 tra Sport è Cultura Patti – Aquila basket Palermo il designatore degli arbitri non ha trovato nessun problema nell’assegnare la gara al signor Giuseppe Spanò (lo stesso che io ho segnalato a voi) e lui, dimostrando, una volta di più una mancanza di sensibilità, non ha ritenuto opportuno rifiutare la designazione. Così, per evitare qualsiasi problema, ho preferito non andare in panchina. Ma è mai possibile poter accettare queste cose? Egregi Presidenti vi sembra logico che da una parte si parla di etica, regole e comportamenti e dall’altra si calpestano diritti e persone? La questione può essere affrontata in diversi modi ma ve ne è uno, importante e immediato compreso dalla gente: è quello di affrontare subito, con semplicità ma con coraggio e con determinazione, alcuni degli aspetti fondamentali che incidono sulla tutela effettiva della dignità, dell’etica e della libertà morale e della persona e, cioè, di ciascuno di noi. La questione "etica" specie in Sicilia non è nuova, ma deve essere proseguita soprattutto con la serietà degli organi competenti chiamati a controllare il comportamento di tutti i tesserati, arbitri compresi. E’ il primo strumento per fare pulizia e non crearsi degli alibi. Il Presidente Petrucci che è anche un profondo conoscitore di informazioni credo abbia avvertito, tra i primi, l’utilità e l’importanza della combinazione dei dati a servizio della giustizia. Rispondono peraltro a regola morale anche i numerosi interventi che il Coni, tramite il Presidente Malagò periodicamente fa per ricordare l’importanza della lealtà sportiva, dell’etica e del rispetto delle regole: guai “drogare” l’esito di una manifestazione o di una prestazione. Anche perché, aggiungo umilmente io, prima che debba intervenire la giustizia, anche al fine di collaborare con essa, quando è il momento, sia la stessa Federazione a dover mettere in atto tutti gli strumenti idonei per essere realmente trasparente. Credo sia veramente tempo di chiarire il rapporto tra Fip Sicilia e tesserati, che deve ricuperare, nel rispetto della reciproca indipendenza e autonomia, un dialogo e una collaborazione utile per rispondere ai fini di un movimento sportivo democratico e civile che dovrebbe essere il fine ultimo di tutti. Egregi Presidenti, nel caso dell’arbitro siciliano Giuseppe Spanò non siamo stati assistiti dalla fortuna. Nessuno ha pensato di fare chiarezza, di ascoltarmi, neppure per esaltarne i valori, neppure per dire che lui, Spanò, è stato perfetto nell’etica, nel modo di rapportarsi con il sottoscritto. Peccato. Abbiamo dovuto accontentarci del silenzio, del far finta di nulla, dell’oblio. Io però non mi arrendo. E lotto affinché queste cose non accadano più. Continuo a pensare che bisogna avere coraggio a combattere per il rispetto delle regole e dell’etica. E voi?

Con stima
Roberto Gugliotta