
di ANDREA FILLORAMO
Una minacciosa “patologia” che può colpire ogni gruppo sociale è “la frammentazione”, che si manifesta quando, all’interno di una determinata società, nascono “grumi” , “mini-aggregazioni”, “ghetti”, dove individui, gusti e idee simili si “aggregano” e discutono. Tale tendenza, però, non fa che rinforzare le idee, e spesso i pregiudizi, senza metterle mai alla prova del confronto, colpendo al cuore quella che è l’idea stessa di gruppo: il dibattito. Queste “enclavi” del pensiero e spesso anche dell’agire, impermeabili alle idee esterne, auto-rinforzano le convinzioni dei propri appartenenti in una sfrenata corsa all’inevitabile “redderationem”. Ciò, quindi, fino a quando un giorno, questi gruppi usciranno dai propri ghetti e si troveranno non per discutere – non ne saranno più in grado – ma per spaccarsi le teste. Questo fenomeno è ovviamente più estremo nelle società, dove i “gusti” e le “idee” coincidono con l’appartenenza ad un gruppo religioso, come quello del clero; e quello del clero è, indubbiamente, un “gruppo sociale alla pari” presente nella Chiesa Cattolica. E al clero messinese io applicavo il concetto di “frammentazione”, quando, raccontando i fatti accaduti particolarmente in questo ultimo anno che si è concluso con le dimissioni dell’arcivescovo La Piana, scrivevo di un clero frammentato. Su tale mia – si chiami pure percezione- voleva forse soffermarsi l’autore della lettera firmata, inviata al direttore di IMGpress, senza riuscirci. A tale lettera io davo una garbata risposta. Sono certo che il destino della Chiesa peloritana consiste nel superamento di tale “frammentazione”, voluta anche da chi ancora invoca il Padre dicendo: “ut unum sint”. Da tale frammentazione nascono, non tanto le diverse legittime opinioni, quanto i giudizi su fatti di pedofilia dei preti condannati solo recentemente dalla Chiesa, che ha proclamato, dopo alterne posizioni la cosiddetta “tolleranza zero”. A dimostrazione della frammentazione del clero messinese cito tre post pubblicati da due preti di Messina, che hanno per oggetto il bruttissimo episodio accaduto sul tram nella città del prete che ha palpeggiato più volte nelle parti intime un minorenne.
Leggiamoli con molta attenzione.
POST N° 1
Molestie sessuali su un ragazzo: prete diocesano indagato dalla Procura
30 dicembre 2015 272
La vicenda era nota negli ambiente diocesani: oggi la conferma dell’indagine aperta dalla Procura dopo gli accertamenti da parte degli agenti delle volanti.
Si tratta del 55enne Giovanni Bonfiglio, prelato cittadino, accusato di molestie sessuali su un minore. I fatti risalgono al 28 ottobre 2014, quando nei pressi della fermata del tram difronte gli imbarcaderi privati, il prete avrebbe più volte palpeggiato il ragazzino nelle parti intime, tanto da subire una pronta reazione da parte del giovane che lo ha prima spintonato e poi schiaffeggiato.
La vicenda era stata subito denunciata, così come subito scattarono le verifiche da parte delle forze dell’ordine che raccolsero testimonianze anche tra i passeggeri del tram e alcuni passanti che assistettero alla scena. Solo in diocesi piombò il più assoluto silenzio. L’ex arcivescovo La Piana, del resto, non ebbe mai parole dure contro i reati sessuali dei suoi sacerdoti, che pure hanno tormentato il suo servizio pastorale, evitando di prendere provvedimenti importanti. Tanto che lo stesso Bonfiglio ha continuato a dire Messa (in particolare nella chiesa del Carmine), e a vivere all’interno della Curia. In molti adesso attendono parole nuove dall’amministratore apostolico Raspanti, che su questo tema così delicato per la Chiesa cattolica, ha sempre espresso una posizione severa.
POST N° 2 (dello stesso autore del Post n°1 )
Speriamo che qualche parola venga da chi di dovere. Non possono rimanere nel silenzio o coprire tutto. E poi con quale coraggio l’incaricato ad omnia ha dato impegni concreti e tenerselo come segretario o qualcosa di questo genere…? Si è diffusa la voce che è stato dallo stesso nominato cappellano di Collereale. E’ vero?. Più volte è stato detto di aiutarlo, ma tutti hanno fatto orecchi da mercante. Mandarlo a Perugia o in un paese lì vicino è stata una buona idea; ma poi perché è ritornato dopo qualche mese? Forse la cura era finita o c’è ben altro? Ora che tutti conoscono nome e cognome, visto che la Gazzetta ha pubblicato l’articolo, come ci si comporterà? Ognuno dovrebbe farsi l’esame di coscienza: in che modo Giovanni è stato aiutato? Il modo era quello esatto? Da chi è stato circondato, vista la sua situazione?
POST N°3
Ho l’impressione di essere non duri ma durissimi nel giudicare…. Che ne sappiamo di certi impulsi naturali? PERSONALMENTE NON HO MAI GIUDICATO NE’ LESBICHE NE’ GAY, CONTRARIO ALLA PRETESA DEL MATRIMONIO O ALLE SFACCIATE ESIBIZIONI, TUTTAVIA….. LA NOSTRA NATURA UMANA E’ FRAGILISSIMA E LA CONCUPISCENZA SCATTA IMMEDIATAMENTE… Giovanni ha espiato il gesto impulsivo e, secondo me, al suo ritorno doveva essere aiutato e l’hanno aiutato… Non sono riuscito a capire questo accanimento per un fatto avvenuto nel passato…. Perché rivangare duramente…. GLI GIOVERÀ PSICOLOGICAMENTE, O….Certamente la procura deve fare il suo corso…. Tuttavia….DUE UOMINI SALIRONO AL TEMPIO A PREGARE….UNO ERA FARISEO E L’ALTRO PUBBLICANO…. IL FARISEO SI VANTAVA DELLE SUE OPERE BUONE, DELLA SUA ONESTÀ "ONESTISSIMA" MENTRE IL PUBBLICANO UMILMENTE MORMORAVA "SIGNORE ABBI PIETÀ DI ME PECCATORE"…. Così dice Gesù… Gli Organi preposti DEBBONO GIUDICARE… TUTTAVIA…,, (e’ il terzo tuttavia che scrivo)…. Buona fine e BUON PRINCIPIO A TUTTI/E….ciao!
COMMENTO
A commento dei contenuti dei tre post, dico soltanto, che, al di là del giudizio che darà la magistratura, occorre isolare e forse anche ridurre allo stato laicale, al più presto, e prima della sentenza definitiva, il prete pedofilo, così come vuole papa Francesco. Se dovesse, poi, risultare fondato quanto si legge nel primo post, cioè che “l’ex arcivescovo La Piana (….) non ebbe mai parole dure contro i reati sessuali dei suoi sacerdoti, che pure hanno tormentato il suo servizio pastorale, evitando di prendere provvedimenti importanti. Tanto che lo stesso Bonfiglio ha continuato a dire Messa (in particolare nella chiesa del Carmine), e a vivere all’interno della Curia”, mi permetto esprimere nei confronti di La Piana un giudizio estremamente severo. Se, invece, la protezione al ”prete sporcaccione” non è stata data da La Piana, ma, come si dice in giro, dal “delegato ad omnia”, che, come nella conferenza stampa delle dimissioni di La Piana, ancora invita all’omertà, a nascondere, a non dire e a non fare, intervenga pure l’Amministratore Apostolico. Non si faccia il vescovo di Acireale, che è una persona onesta, coinvolgere in situazioni che non gli appartengono. Si liberi, quindi, da ogni “zavorra” della vecchia gestione della diocesi, dato che ci sono tanti buoni e onesti preti che potrebbero diventare la nuova e più affidabile “leadership” diocesana.. Mi permetto di ripetere a Mons. Raspanti quanto più volte ho scritto e ho detto personalmente al vescovo emerito nel mese di giugno 2014, senza essere ascoltato; di liberarsi, cioè, dei “leccapiedi”, degli arrampicatori , in parole povere di quanti non l’hanno aiutato nelle sue difficoltà e l’hanno portato alla rovina. Si spera che con il nuovo anno 2016 e con il nuovo arcivescovo ci sarà un “cielo nuovo e una terra nuova” per l’arcidiocesi di Messina, Lipari e S.Lucia del Mela.