
Brutti, sporchi e cattivi, cosi, parafrasando un noto titolo di un film, la società civile classifica la "casta dei politici". Ci possiamo aggiungere la definizione di ladri, corrotti, ecc.
Ma è così? Vediamo. I media hanno riportato la notizia di impiegati pubblici assenteisti che risultano presenti nel proprio posto di lavoro, di dipendenti dell’Anas che riscuotevano tangenti da imprenditori che, evidentemente, avevano il loro interesse a pagare le mazzette. Rileviamo quindi che c’è un fetta della società civile, dipendenti pubblici e imprenditori, che si fanno gli affari loro indipendentemente dalla casta. Ci aggiungiamo che nel nostro Bel Paese "l’economia informale" vale tra i 250 e i 290 miliardi di euro, il che porta a 92 miliardi l’evasione fiscale della società civile, indipendentemente dalla casta. Se, per esempio, ci riferiamo a un Comune, quello di Roma, costatiamo che la società dei trasporti, l’Atac, ha mancati introiti per 60 milioni, dovuti ai cosiddetti "portoghesi, cioè quelli che non pagano il biglietto, indipendentemente dalla casta. Potremmo continuare, ma ci fermiamo qui. Dunque? Possiamo far nostro il detto che il 20% degli eletti è peggiore dei propri elettori, un altro 20% è migliore e il 60% è uguale. D’altronde, nelle istituzioni sono gli elettori, cioè la società civile, che eleggono gli eletti, cioè la "casta".
Primo Mastrantoni, segretario Aduc