Un città allo sbando

di Roberto Gugliotta

Un città allo sbando, senza guida né modelli. Per una manciata di minuti sembrano tutti uniti i grandi pensatori. Quasi fossero miracolosamente sopiti i contrasti, accantonate le beghe, dissolti i veleni, sospese le grandi manovre, rinviate senza rancori le estenuanti ricerche di patti e alleanze. Messina, specchio d’Italia. Per i minuti del compianto, politici e suggeritori restano silenziosi, in piedi dietro le emergenze nella piazza affollata. Non è una tenda che fa la differenza ma è un dettaglio: le regole sono regole. Peccato che quando si cementifica il territorio non troviamo lo stesso animato dibattito. Peccato che quando si rubano le certezze ai giovani non sono molti quelli che si agitano tra i banchi. Meglio, in quel caso, il silenzio complice. Una città senza guida finisce nelle mani dei picari. E non a caso il casino lo si monta per una tenda non per il palazzo: troppe volte, gli interessi di parte o di lobby sopravanzano il respiro della Messina degli ultimi che si dispera tra lacrime e sangue. Mi piacerebbe un dibattito su mafia, politica, impresa e territorio ma un dibattito serio, non di circostanza, dove alla fine sono tutti colpevoli, tutti assolti. Mentre loro litigano per la tenda, noi viviamo tra blatte e topi; mentre si consumano solidarietà di facciata, il lavoro è una drammatica emergenza; mentre si aprono alla nostra intelligenza e al nostro animo interrogativi che non possono rimanere tali, loro si danno pacche sulle spalle quasi a volersi complimentare per l’aiuto fornito al SISTEMA. E’ solo stupidità questa, o non ha in sé anche il marchio del vieni avanti cretino? Chi ci può essere dietro a un atto di cialtroneria così evidente? Messina è senza guida e le Istituzioni restano in silenzio, quasi senza muoversi. Non è un luogo per gente onesta. A me sembrano tante marionette che si agitano solo quando il burattinaio muove i fili: non a caso alla chiamata alle armi rispondono sempre i “soliti utili idioti” … se ciascuno se ne darà certezza, la democrazia vincerà la tremenda battaglia della prepotenza… E i burattini si sciolgono in un applauso corale. Liberatorio e prolungato. Viviamo nella società della comunicazione, se non comunichi non esisti. E in questa città c’è il controllo assoluto!