Simpatia per gli arbitri vittime del Comitato siciliano

E’ trascorso qualche tempo da quando l’istruttrice regionale Cristina Luca si dimise da referente provinciale per il Comitato arbitri di Catania, si dice che prima il presidente del comitato regionale Antonio Rescifina ha preteso le dimissioni del delegato Cia Cristina Luca per essere promossa a istruttrice regionale per poi abbandonarla a se stessa. Chissà forse perché il modo di gestire del presidente Antonio prevedeva che ogni proposta di nuovo delegato fosse respinta per lasciare la provincia di Catania nel caos. Infatti non si spiega il no alla proposta di altri due nominativi ovvero quelli dei Signori Castorina e di Moschitto. Può la Sicilia continuare a essere gestita in questo modo secondo il grado di piacere del presidente in barba alle regole e regolamenti? Poi ci si stupisce che gli arbitri siamo abbandonati a se stessi. Ma se non stanno a cuore alla Federazioni, chi dovrebbe istruirli, tutelarli e rappresentarli? Non si tratta di essere maghi; conta lavorare e impegnarsi, cercando di far crescere un gruppo e non poche individualità, sapendo che gli errori nel movimento siciliano della pallacanestro ci sono stati, ci sono e ci saranno sempre. Basta guardarsi intorno; si sbaglia anche in Lombardia, in Piemonte, in Toscana, in Puglia, ovunque. Quella che è diversa è l’attenzione verso il lavoro degli arbitri e il modo in cui vengono valutate le loro decisioni. Per verifica, basta chiedere ai siciliani che giocano o allenano in serie superiori. Ma non pensiamo che questa analisi interessi al Comitato Rescifina dove vige il far finta di nulla tanto tutti hanno bisogno della raccomandazione, politica cara al presidente Antonio. Noi di IMG Press stiamo provando a rompere il muro del silenzio, epperò siamo consapevoli che il lavoro da fare è ancora molto e bisogna impegnarsi ancora di più, fermo restando che eliminare tutti gli errori è impossibile. Le regole sono dure da far digerire a chi è abituato a ottenere favori e cortesie in cambio di voti. Risultato? Non c’è equilibrio tra prestazione giocatori e quella degli arbitri. La visione della partita è diversa, dai contatti al gesto tecnico con il risultato che spesso le sfide vengono pesantemente condizionate dai dettagli: canestro buono più tiro libero invece che fallo di “sfondamento”. O al contrario. Insomma, probabilmente qualcosa va fatto. L’obiettivo è quello di arrivare ad una forma generale di rispetto. In tutti i sensi, non soltanto nei comportamenti verso gli arbitri. Rispetto fra chi va in campo, ma anche rispetto per le regole e per il gioco. In compenso si sono visti strane frequentazioni prima di una gara, oggetti lanciati verso le panchine, strane esultanze, un po’ di tutto… E soprattutto, ci piacerebbe sapere, che cosa ne pensa il designatore degli arbitri? Non credo che determinati episodi siano utili all’immagine generale del basket siciliano; bisognerebbe riflettere su come veniamo visti nell’ambiente sportivo e sociale. Se il confronto è fra venti fedeli tesserati e due occhi, è perso in partenza. Non sono soltanto punti di osservazione totalmente diversi; sono due modi differenti di giudicare. Prima di tutto bisognerebbe mettersi d’accordo su un punto: il contatto fra due giocatori non è automaticamente fallo, come spesso sentiamo dire, perché il nostro è sport di contatto. Se poi c’è una spinta o una gomitata in aggiunta al contatto, allora la situazione cambia. Oggi c’è la tendenza a identificare il contatto con il fallo. Una partita risulta più godibile se riesce ad avere ritmo; se diventa uno stillicidio di fischi, si perde l’essenza del gioco e del divertimento. Bisogna mettersi in testa che ci può essere contatto, senza fallo. Gli arbitri vanno aiutati a patto che loro per prima capiscano perché si è sbagliato. Riflettere per migliorarsi. Può la Sicilia continuare a essere gestita in questo modo secondo il grado di piacere del presidente in barba alle regole e regolamenti? Poi ci si stupisce che gli arbitri sono abbandonati a se stessi. Ma se non stanno a cuore alla Federazioni, chi dovrebbe istruirsi, tutelarli e rappresentarli? Ci immedesimiamo nei giovani fischietti che non hanno colpa alcuna se questo Comitato non li supporta nel modo più consono e idoneo. I vertici nazionali si rendono conto che la Sicilia ormai é alla deriva o sono "semplicemente" contenti di avere un prossimo consigliere non capace al loro fianco, solo per attorniarsi di uno signor yesman ….??? Signori il mondo è cambiato è la Sicilia saprà rinnovare la FIP a cominciare dal Comitato Regionale! Per meglio far comprendere la situazione vi rimandiamo all’articolo pubblicato da basketcatanese.it. perché noi che amiamo il basket abbiamo ancora nostalgia per i tempi in cui quelli come Rescifina oziavano al bar piuttosto che gestire uomini e cose. Ma tutto questo, si dice, fa parte del gioco politico. Non certo del funzionamento corretto del basket.

Da oltre un anno Catania è senza delegato per gli arbitri… Sangiorgio: «Respinti i nomi di Castorina e Moschitto»… Luca: «Sono tornata e ho dato la mia disponibilità»…
Vi ricordate quando l’istruttrice regionale arbitri Cristina Luca partì per l’Afghanistan? In quell’occasione, si dimise da referente provinciale per il Comitato arbitri di Catania, lasciando la carica vacante per oltre un anno. Il 7 maggio scorso, il comitato provinciale della FIP ha segnalato al consiglio direttivo regionale il suo nome e potrebbe essere così colmato un lungo vuoto che ha lasciato senza responsabile gli arbitri e gli ufficiali di campo di Catania. «Visto il mio ritorno a tempo pieno – spiega l’ex arbitro nazionale – ho dato la mia disponibilità a seguire i ragazzi di Catania».
L’ultima conseguenza della mancanza del referente, in ordine di tempo, è stata l’assenza della provincia etnea alla consulta dei referenti CIA: caso unico. «Avevo dato la mia disponibilità ad esserci – spiega il presidente della FIP Catania Michelangelo Sangiorgio– poiché in questi mesi mi sono occupato io ad interim della gestione del CIA provinciale, visto che i nomi che abbiamo segnalato in passato sono stati respinti: Andrea Federico Castorina, a causa dei suoi altri impegni come arbitro nazionale e istruttore regionale miniarbitri, e Luca Moschitto, ritenuto troppo giovane. Non troppo giovane, però, per fare l’istruttore (e dunque il formatore) arbitri, visto che lui, Fabio Fichera e Claudio Cosentino sono stati ammessi al corso dal CIA regionale».
Se la risposta del consiglio direttivo regionale e del presidente regionale CIA Ciro Beneduce sulla candidatura di Cristina Luca dovesse essere positiva, la provincia di Catania potrebbe tornare ad avere una persona di grande esperienza al vertice dei fischietti. «A Beneduce ho scritto che ha fatto un torto al Gap di Catania nel momento in cui nessuno ha potuto partecipare alla consulta», chiude Sangiorgio.
Roberto Quartarone
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