Bce: tassi restano al minimo storico dello 0,05%, rivista al rialzo la crescita dell’Eurozona

Il direttivo della Bce, riunitosi a Nicosia, ha lasciato, come previsto, invariato il ‘refi’, il tasso di rifinanziamento pronti contro termine, al minimo storico dello 0,05%. Fermo anche il tasso sui depositi che resta negativo a -0,20%. Invariato il tasso marginale allo 0,20%. C’è grande attesa per il consueto intervento del presidente dell’Eurotower, Mario Draghi, previsto per le 14.30. Draghi dovra’ pronunciarsi sui tempi e sulle modalità di applicazione del quantitative easing, l’allentamento quantitativo e cioe’ le misure straordinarie, incluso l’acquisto di bond governativi, con cui l’Eurotower e le altre banche centrali nazionali intendono ridare fiato all’economia e rialzare l’inflazione. Prevista anche una revisione al rialzo delle stime di crescita dell’Eurozona.

Il programma di ‘quantitative easing’ della Bce partirà il 9 marzo e si concluderà nel settembre 2016 se l’inflazione sarà tornata prossima ai livelli prefissati. Lo ha dichiarato il presidente della Bce, Mario Draghi, confermando che l’ammontare degli acquisti di titoli sarà pari a 65 miliardi di euro al mese e che, contemporaneamente, Francoforte continuerà ad acquistare covered bond e Abs. La politica monetaria espansiva della Bce, ha aggiutno, “sta già procedendo significativi effetti positivi” sull’economia dell’Eurozona, riscontrabili nell’abbassamento dei costi di finanziamento, sia per gli Stati che per i privati, a partire dall’allentamento delle condizioni del credito per famiglie e imprese.

La Banca centrale ha rivisto al rialzo le sue previsioni sulla crescita economica di Eurolandia. Nel 2015 più 1,5 per cento, nel 2016 più 1,9 per cento e nel 2017 più 2,1 per cento. Precedentemente stimava più 1 per cento quest’anno e più 1,5 per cento nel 2016. ”Per stimolare gli investimenti e creare posti di lavoro bisogna accelerare l’entrata in vigore delle riforme e prendere delle misure per migliorare la situazione delle imprese in molti paesi”. Così il presidente della Bce, Mario Draghi, sottolineando la necessità di “riforme strutturali credibile”.