
Tonino "Tonghi" Princiotta dice basta. Si capisce già dal soprannome, Tonghi, come lo chiamavano ai suoi bei dì, che Tonino è un pezzo di modernariato. Vent’anni fa, già giocava con i fenomeni di Patti. E ci gioca ancora oggi che, a 34 primavere suonate, è il miglior marcatore della storia del basket messinese: nessuno ha fatto tanti canestri come lui, neppure quel fuoriclasse di Gizzi. Spalmati su venti campionati, quei punti hanno colorato il fulgore giovanile e il declino onorevole di uno che è stato per anni il miglior giocatore che questa terra ha dato i natali, e ora è un bravo veterano che dà una mano a ripartire allo Sport é cultura Patti, quello dov’è nato, Patti! Altri hanno concentrato più fuoco in meno annate, non ammucchiando quel tesoro enorme: ma nello sport è un merito anche la longevità, e in questo Tonghi viene dopo il solo il coach Pippo Sidoti. La rarità dei trofei è il cruccio d’oggi, al tempo dei bilanci. E lo fu camminando in carriera, quando per tanti fu il migliore, ma per tanti altri anche "Genio e Sregolatezza". Queste etichette non sono sempre colpa propria: magari si arriva al tramonto nel posto dov’erano sempre stati al sole, e si pigliano anatemi perché viene buio. Comunque sia, domenica al Palazzetto di Patti, prima della sfida contro Crotone, programma alle 18.30, ci sarà la grande festa per l’addio allo sport agonistico di Tonghi. La società ha deciso di ritirare la maglia numero 12 in segno di profonda riconoscenza verso uno sportivo doc. Grazie Tonghi, resterai per sempre nella storia di Patti!