
Non è possibile eliminare le supplenze brevi del personale amministrativo e tecnico della scuola. E nemmeno quelle dei collaboratori scolastici sotto i 7 giorni di assenza del titolare. Come non si possono tagliare ancora 2mila e più Ata. Si tratta di operazioni insostenibili. Che si ripercuoteranno inevitabilmente in modo negativo sul servizio. Basta ricordare quanto accaduto venerdì scorso, durante l’ultimo sciopero indetto dall’Anief, quando più di una scuola, come l’IC di Villamar in Sardegna, ha chiuso per mancanza di personale a disposizione.
L’Anief tiene a sottolineare che i tagli al personale non docente sono stati tali che anche l’adesione di una sola unità di personale può ormai bastare per fermare l’attività didattica e amministrativa di una scuola. Il sindacato invita quindi il Governo a riflettere. Quelli che lo hanno preceduto, del resto, hanno già sottratto alla Scuola tante e troppe risorse. Tanti posti di lavoro. Ma non solo: basti pensare al dimensionamento che, sebbene dichiarato incostituzionale dalla sentenza n. 147/12, ha cancellato una scuola autonoma su tre solo nell’ultimo triennio.
“Allora, premesso che il processo di digitalizzazione delle segreterie, semmai da considerare virtuoso per l’eliminazione piuttosto che per la riconversione del personale, dovrebbe essere la causa e non l’effetto dei tagli previsti – sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir -, ancora una volta si è tornati indietro nel tempo. È come se si rimaterializzasse il famigerato articolo 64 della Legge Tremonti-Gelmini 133/2008, attraverso cui in poco tempo abbiamo visto eliminare il 30% del personale ATA soltanto perché precario”.
Sembrava che la procedura d’infrazione 2124/2010, su denuncia proprio di una personale ATA alla Commissione UE avesse convinto il Governo a fare marcia indietro. Tanto è vero che con la Legge 106/11 sono state autorizzate 37mila immissioni in ruolo per il personale ATA. Invece, ora si scopre che con quello stesso personale si vuole continuare a fare cassa, si vuole continuare a tenere immolato nell’altare dei conti pubblici. E non si parla nemmeno più di stabilizzazioni, nonostante le specifiche autorizzazioni previste dalla recente Legge 128/2013, approvata durante la gestione dell’ex ministro Maria Chiara Carrozza.
“Al contrario – continua Pacifico – si applica lo stop alle supplenze brevi per gli assistenti tecnici e amministrativi, proprio mentre sono in corso le domande di aggiornamento delle graduatorie d’istituto. E si stoppano pure le supplenze brevi dei collaboratori scolastici sotto i sette giorni. Il ‘quadretto’ dei tagli si completa poi con la sparizione di altri 2.027 posti in organico di diritto (923 assistenti amministrativi, 275 assistenti tecnici, 819 collaboratori scolastici). È un paradosso, soprattutto a fronte delle 19mila supplenze annuali attivate l’anno scorso: 3.178 fino al 31 agosto e 15.801 con scadenza 30 giugno, a seguito dell’approvazione dell’organico di fatto”.
“Quello che è più ridicolo, oltre che incontrovertibile, appare eclatante: a fronte di 267 milioni di risparmi per i tagli annunciati al personale Ata, soltanto 10 milioni di essi sarà investito per la digitalizzazione delle segreterie scolastiche. Neanche il 5%: una vera miseria”, conclude amaramente il sindacalista Anief-Confedir.