
Un’altra importante vittoria dei legali di Confconsumatori relativamente ad acquisti di titoli argentini. La banca venditrice si era appellata alla sentenza di primo grado di Teramo che aveva dichiarato la nullità dell’acquisto dei bond. La Corte dell’Aquila, pur ritenendo che non ci fossero i presupposti per la nullità, ha comunque confermato la condanna della banca alla restituzione di 64.574,30, oltre alla copertura delle spese processuali.
Il consumatore, residente a Teramo, aveva acquistato bond in 5 diversi momenti tra il 1997 e il 2001, e aveva già ottenuto dal Tribunale della sua città, grazie ai legali Confconsumatori, la nullità degli ordini a causa della violazione di norme del TUF. La Corte d’appello, uniformandosi all’indirizzo della Cassazione, ha ritenuto che la violazione di quelle disposizioni non comportasse nullità. Lo stesso giudice ha, peraltro, rilevato che era ormai tempo che quei titoli erano da considerare pericolosi, tanto pericolosi da rendere necessaria una specifica informativa da parte della banca, specifica informativa non provata in giudizio dall’istituto. Di qui, per la Corte, la responsabilità risarcitoria della banca, con conseguente suo obbligo di risarcire il danno pari all’importo versato per l’acquisto.
«Trattasi – per l’avv. Giovanni Franchi legale Confconsumatori che ha assistito nei due gradi del giudizio l’associato – di una sentenza importantissima, perché è la prima ad aver chiarito che già nel 1997 i titoli argentini erano pericolosissimi. Se così fosse sempre avvenuto molti analoghi processi sarebbero finiti diversamente. Purtroppo i Tribunali quasi mai hanno approfondito la pericolosità dei bond argentini e molti risparmiatori hanno perso cause analoghe, venendo oltretutto condannati a pagare ingentissime spese processuali».