Rottami arrugginiti accatastati in un’officina abbandonata

di Nicola Currò

Bastano alcuni semplici criteri per giudicare il mondo sub-urbano che di riflesso acquisiamo attraverso i mezzi d’informazione di massa: tutto quanto produce maggiore intensità di vita, di salute morale e fisica, è buono; tutto quanto invece ferisce la vita, la falsa e l’avvilisce, è cattivo. Vediamo molte cose cattive ai nostri giorni, questo è fuori discussione. La fame e la mancanza di un lavoro decente per molti costituiscono uno stato di miseria cronica, che persino anni di prosperità generale non sono riusciti a debellare. Fame e privazione stanno giungendo a livelli tali che la società è incapace di affrontarle. Innumerevoli disoccupati reclamano un po’ di pane per sé e i propri cari. Non c’è quasi più posto nelle mense per accogliere la massa dei morti di fame, che giornalmente battono alle loro porte, supplicando che si dia loro alloggio e nutrimento. Tutti gli istituti di beneficienza hanno o stanno esaurendo le risorse disponibili, nello sforzo di nutrire gli ospiti affamati che provengono da ogni luogo delle città. Le sedi di quello che possiamo definire l’Esercito della Carità sono invase giorno e notte da orde di miserabili, affamati, che non possono ottenere nessun soccorso da nessuna parte. Forse questa critica molti tenderanno a considerala troppo pessimistica. Al contrario è da ritenere tra le più ottimistiche. Per capire come funziona il mondo è necessario misurare l’umanità meno dalle aggregazioni politiche che dagli individui. La società cresce, mentre le macchine politiche vanno in pezzi e diventano ferri vecchi. Per gli uomini e le donne meritevoli di felicità si prospetta un grande e lieto futuro. Ma per l’apparato politico che li dirige così male, invece il destino è quello di rottami arrugginiti accatasti in un’officina abbandonata. Trasponete ora questa analisi sulla sola città di Messina e avrete chiaro come la salvezza non verrà dalla politica, bensì sarà opera di quelle realtà sociali che qualcuno, con estrema lungimiranza, ha definito “minoranze creative”.

nicola.curro@yahoo.it