
La corruzione è un grande male dell’Italia: sui 120 miliardi di euro all’anno bruciati in tutta Europa tra mazzette e bustarelle, metà sono italiani. La sanità è una delle aree a maggiore rischio, insieme allo sviluppo urbano e all’edilizia, e la corruzione in camice bianco è, se possibile, la peggiore di tutte, dato che si traduce immediatamente in una perdita reale del diritto alla salute.
Per affrontare in modo incisivo questo fenomeno, il Ministero della salute ha lanciato il Piano triennale di prevenzione della corruzione 2013-2016. Questo piano comprende non solo l’intera gamma dei delitti contro la pubblica amministrazione, ma anche le situazioni in cui, a prescindere dalla rilevanza penale, sia evidente un malfunzionamento dell’amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle funzioni.
Le misure per neutralizzare o ridurre il rischio di corruzione c’è l’adozione di un Codice di comportamento e la sua diffusione. Inoltre, la rotazione del personale, dei dirigenti e del personale non dirigenziale, l’astensione in caso di conflitto di interesse, l’inconferibilità e l’incompatibilità di incarichi dirigenziali.
I dipendenti che segnalano gli illeciti verranno esplicitamente tutelati, e sono previste anche azioni di sensibilizzazione verso la società civile. Saranno poi rafforzate la trasparenza e il monitoraggio dei tempi e dei rapporti tra le amministrazioni e con i soggetti esterni che dovrebbero facilitare i controlli. Concluso il periodo di sperimentazione, le misure di prevenzione saranno attuate con le eventuali correzioni necessarie.
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