“ … stiamo lavorando per la vendita di Blu Ferries e retali Grandi Stazioni”, lo ha annunciato l’A.D. delle Ferrovie Mauro Moretti a margine del forum Italia-Svizzera. Immerso nel silenzio tattico si avvia a compimento il progetto di dismissione di F.S. dall’area dello Stretto, la flotta di Stato ormai conta solo quattro navi per il trasporto dei mezzi ferroviari di cui ne vengono utilizzate solo tre con corse ed equipaggi ridotti di almeno il 50% rispetto ai livelli di produzione concordati con il sindacato. Con l’annuncio di vendita di Blu Ferries i vertici ferroviari hanno dichiarato il fallimento nel mercato in cui altre realtà imprenditoriali hanno fondato le proprie fortune, la timida e breve concorrenza con i privati si è consumata unicamente attraverso la compressione di salari e livelli occupazionali, i tagli inferti periodicamente al costo del lavoro dalla “monopilista” Caronte&Tourist sono stati presto ereditati dall’azienda del gruppo FS che nonostante la parità di condizioni non è riuscita a reggere il confronto e si appresta a sbaraccare. Siamo di fronte all’ennesimo fallimento delle privatizzazioni figlie del liberismo selvaggio in cui sono scaduti i servizi essenziali, vince chi riduce ai minimi termini il costo del lavoro e sacrifica la qualità del servizio a favore del profitto privato e quando arrivano i bilanci passivi si richiede alla collettività di ripianare il debito. Una concezione involutiva dei trasporti che è servita solo alle casse private, la concorrenza basata sulla qualità del servizio è rimasta nelle intenzioni, con siffatto sistema la Sicilia è pressoché isolata, i collegamenti ferroviari sono al minimo storico e il traghettamento di passeggeri e mezzi gommati è totalmente in mano ad aziende private che dettano costi e condizioni. L’ordinanza Comunale che limita lo sbarco dei tir in città mentre l’approdo di Tremestieri è insufficiente e in continua emergenza, è servita da alibi a F.S. per liberarsi definitivamente di Blu Ferries, l’OR.S.A. aveva ampiamente anticipato tale scenario chiedendo all’Amministrazione Comunale di rinviare qualsiasi iniziativa a dopo il completamento dell’approdo sud, adesso avremo qualche mezzo gommato in meno in via la Farina e tanti marittimi messinesi disoccupati a protestare dietro i cancelli del comune, mentre il completamento del porto di Tremestieri è rinviato alle calende greche… Cosa venderà F.S. oltre le navi non ci è dato sapere, in occasione della separazione del servizio ferroviario da quello dedicato al traghettamento dei mezzi gommati, R.F.I. trasferì a Blu Ferries la proprietà delle navi bidirezionali e l’utilizzo delle strutture a terra (uffici, invasature, piazzale…), un complesso logistico indispensabile anche per il traghettamento dei mezzi ferroviari gestito da R.F.I., cosa succederebbe se insieme alla flotta si cedessero anche tali impianti? R.F.I. dovrebbe pagare al nuovo gestore privato l’utilizzo delle proprie strutture a suo tempo realizzate con soldi pubblici? E ancora: che fine faranno i lavoratori in forza a Blu Ferries? Nelle operazioni di vendita è prevista la clausola sociale per imporre all’armatore subentrante di assumere i marittimi che attualmente armano la flotta? Conoscendo le dinamiche fin qui utilizzate dai vertici ferroviari non ci aspettiamo nulla di buono, se non si interviene per tempo si rischia di trovarsi di fronte al fatto compiuto, pertanto, è indispensabile che ferrovieri e marittimi Blu ferries si compattino in un’unica vertenza per rivendicare garanzie occupazionali e mantenimento dei servizi ai livelli concordati con le organizzazioni sindacali. L’apatia che ha mandato la lotta in letargo ha consentito alla controparte di realizzare il progetto di dismissione che l’OR.S.A. denunciò in tempi non sospetti, adesso c’è da salvare i residui posti di lavoro e rivendicare il mantenimento dei livelli di produzione, bisogna necessariamente svegliarsi. L’OR.S.A. c’è!!!
Mariano Massaro, Antonino D’Orazio, Michele Barresi