
Gv 1,29-34
Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: "Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: "Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me". Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele".
Giovanni testimoniò dicendo: "Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: "Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo". E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio".
A distanza di una settimana la Chiesa ci offre nuovamente la possibilità di riflettere sul battesimo di Gesù, seppur con un’angolazione diversa, ovvero più che il racconto del battesimo in sé l’evangelista presenta la testimonianza del Battista circa il battesimo di Gesù.
Desidero sottolineare due aspetti specifici di questo brano: a) Gesù che toglie il peccato del mondo; b) Gesù che battezza nello Spirito Santo. Giovanni addita Gesù come “l’agnello (=servo) di Dio che toglie il peccato del mondo”, perché il Maestro non offre solo il perdono ma anche la capacità di eliminare gradualmente il peccato e l’iniquità che ci sovrastano. Seguire Gesù implica l’impegno a lottare come lui per togliere il peccato che domina sugli esseri umani. Purtroppo non abbiamo chiara l’idea di “peccato” e lo pensiamo (secondo la dottrina classica) come “violazione alla legge” o come “offesa a Dio”. Il vangelo, però, puntualmente ci presenta che per Gesù il “peccato” consiste soprattutto nel rifiutare il regno di Dio, rigettare quest’ultimo come “Padre” e di conseguenza negare la fraternità che l’Eterno vuole instaurare fra noi. Se questo dire risultasse un po’ astratto, allora è bene pensare al potere fisico, intellettuale, economico, politico, religioso, tramite il quale – in nome di Dio – si domina sugli altri per ottenere la nostra felicità…a Sue spese! La conclusione mi sembra scontata: solo Dio ci libera definitivamente dal peccato. Gesù è presentato pure come colui “che battezza nello Spirito Santo” cioè “immerge” i suoi nella vita (Spirito) stessa di Dio (Santo). Lo fa perché possiede in pienezza lo Spirito di Dio e lo può comunicare ai suoi discepoli. Stando ai vangeli lo Spirito viene presentato con delle puntualizzazioni che mi sembrano interessanti per il nostro discorso. La prima indicazione è senza dubbio “Spirito di vita” (Gv 6,63). In questo caso, lasciarci battezzare da Gesù significa accoglierne lo Spirito come sorgente di vita. Lo Spirito di Gesù è pure lo “Spirito di verità” (Gv 15,26). In questa circostanza, farsi immergere da Gesù nello Spirito significa cercare la verità dentro di noi, non lasciarci ingannare dalle false sicurezze. Gesù ci dona pure lo “Spirito di amore” (cfr. Gal 5,22), frutto maturo della sua scelta preferenziale dei poveri. Allora, essere battezzati da Gesù significa aprirci all’amore solidale, gratuito e misericordioso. Il Signore Gesù ci dona pure lo “Spirito di conversione”, cioè nella misura in cui ascoltiamo e facciamo nostra la sua parola, in noi spunta il desiderio della conversione, come i primi cristiani che ascoltando il discorso di Pietro si sentirono “trafiggere il cuore” e domandarono: “Cosa dobbiamo fare?“ (At 2,37). In questa direzione, farsi battezzare da Lui significa andare incontro a un lenta ma inesorabile trasformazione. L’atteggiamento di fondo che contraddistinguerà la nostra azione sarà costituito dal “ripetere” i suoi gesti, ispirarci a Lui in ogni nostro progetto.
Lo Spirito nel quale veniamo immersi è lo “Spirito di rinnovamento” (già cantato nel Sal 104, 30), capace di impastare la nostra vita della novità creatrice. In realtà proprio questa ultima specificazione la ritroviamo nel risveglio che la Chiesa sta vivendo grazie all’opera di papa Francesco. Penso sia giunto il momento di comprendere e accogliere il dono di un “cuore nuovo”, forza che permette di vivere con maggiore determinazione la fedeltà al vangelo.
Ettore Sentimentale