
Non era difficile prevedere che i nodi sarebbero venuti al pettine sulla questione Tares e che tra le famiglie messinesi sarebbe montato il malumore man mano che esse avrebbero ricevuto i bollettini di pagamento. Soprattutto se si considera che viene chiesto di pagare un servizio in un momento in cui la città appare sporca come mai in passato. In tempi non sospetti abbiamo segnalato alla giunta comunale gli elementi fortemente iniqui e anticostituzionali presenti nella legge istitutiva la Tares; abbiamo messo in evidenza la particolare caratteristica della Tares di somigliare più a una tassa sui figli che a una tassa su determinati servizi erogati ai cittadini e abbiamo contestato l’originale applicazione al “contrario” del “quoziente familiare”: previsto non già in fase di calcolo delle tariffe, bensì come compensazione del tributo, meccanismo questo che farà aumentare ulteriormente i costi di un servizio che già di per sé si attesta su elevatissimi livelli di spesa. Abbiamo, infine, chiesto alla giunta comunale di modulare e applicare tutte le tariffe comunali dei servizi erogati ai cittadini secondo principi di equità fiscale verticale e orizzontale: purtroppo non abbiamo ricevuto risposta!
Ribadiamo allora alcune semplici richieste rispetto alle quali speriamo che il consiglio e la giunta comunale guidata da Accorinti non rimangano ancora una volta insensibili.
1) Considerato che la legge impone, in caso di ritardato pagamento, una mora pari al 30% del totale dovuto, sarebbe opportuno esercitare “la facoltà del comune di deliberare con il regolamento circostanze attenuanti o esimenti” – così come indicato nel comma 44 dell’art. 14 del D.L. n. 201 del 6/12/2011 ulteriormente rafforzato dal comma 1 lett. d dell’art. 5 del D. L. n. 102 del 31/08/2013 – prevedendo agevolazioni e riduzioni del tributo al fine di attutire il carico impositivo sulle famiglie numerose e per mitigare le situazioni di disagio economico dei cittadini dovuto a disoccupazione, cassa integrazione, sospensione dal lavoro e iscrizione nelle liste di mobilità. Il pagamento in tre rate ravvicinate l’una all’altra è irrisorio, meglio sarebbe offrire l’opportunità, a chi ha problemi economici, di dilazionarlo almeno su dieci mesi.
2) Appurato che l’emergenza rifiuti in Sicilia risale al 1999 e che da allora poco o nulla si è fatto per superare tale emergenza; considerato che il sistema delle discariche, sul quale si basa l’intera gestione dei rifiuti in Sicilia, appare obsoleto e che la Tares, secondo la ratio della legge che la istituisce, deve coprire la totalità dei costi relativi al servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, è necessario che la giunta comunale spieghi ed indichi alla cittadinanza in modo chiaro, senza giri di parole e secondo un piano dettagliato, come intende rendere degno di una città civile il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti e come intende ridurre i costi di un carrozzone pubblico che oggi divora alla collettività risorse per 44mln di euro annui. Essere trasparenti oggi eviterà che nei prossimi anni si debba continuare a finanziare un servizio utile solo al sistema clientelare di chi ha fatto della politica una professione.
Nicola Currò
Sindacato delle Famiglie
Messina