
E’ così che doveva finire l’Alitalia. Bastava ragionare un pochino, non tanto, per prevedere che l’Alitalia sarebbe stata svenduta. Colpa di Berlusconi che ne fece tema di campagna elettorale per poi scaricare i costi, 3,2 miliardi, sulle spalle dei contribuenti, ma anche colpa dei sindacati. A tal proposito riportiamo un nostro comunicato stampa del 2008:
"L’intervista sull’Alitalia al segretario della Uil, Luigi Angeletti, di Sergio Rizzo del Corriere della Sera di oggi, dimostra la irresponsabilita’ dei comportamenti della rappresentanza confederale dei lavoratori della compagnia aerea. Se quanto affermato da Angeletti è vero, viene da pensare che nella trattativa sindacato-governo-Alitalia si applicava la linea della doppiezza: in privato si chiedevano provvedimenti smentiti pubblicamente. E’ proprio una‚ pena vedere‚ la Cgil che con la mano destra fa una cosa e un’altra con la sinistra, una Cisl che gira a vuoto e una Uil interessata a tutelare i propri iscritti (il che ci pare più che giusto) celandosi dietro la battaglia dell’italianità della "nostra compagnia di bandiera". Appare sempre più chiaro che i sindacati, con i loro modi di agire, sono stati una delle cause del declino dell’Alitalia, supportando rivendicazioni che hanno contribuito a collocare fuori mercato la compagnia. Tutto ciò è, e continua a essere, il comportamento dei confederali e probabilmente di molte altre sigle sindacali. Angeletti si lamenta del numero eccessivo dei sindacati in Alitalia, ma se queste sono le condotte e i risultati del suo sindacato e della Cgil e Cisl, è bene che le sigle si moltiplichino ancora, forse qualcosa di buono ne nascerà. Alla fine chi si accollerà il fardello dell’irresponsabilità sindacale saranno i cittadini contribuenti e utenti: pagheranno i debiti Alitalia e i biglietti aerei nazionali si continueranno ad acquistare a prezzo da amatore."
Primo Mastrantoni, segretario Aduc