Imu: Cgia, con l’abolizione si rischia aumento delle aliquote comunali

”L’eventuale abolizione dell’Imu sulla prima casa è, a nostro avviso, condivisibile; tuttavia, appare doveroso segnalare che l’approvazione di questa misura potrebbe provocare dei nuovi rincari in capo alle attività produttive. Infatti, dato che il gettito della prima casa finisce interamente nelle casse dei Comuni, c’è il pericolo che il mancato gettito venga compensato con misure che finiscono nelle casse comunali con notevole ritardo. Pertanto, c’è il pericolo che molti Sindaci si affrettino ad aumentare le aliquote sui beni strumentali per ovviare, almeno in parte, a questa mancanza di liquidità. Uno scenario che dobbiamo assolutamente scongiurare visto che, rispetto a quando si pagava l’Ici, le imprese hanno subito con l’Imu un aggravio medio fino al 154%”. Lo dichiara Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre, che fornisce gli importi medi dei versamenti effettuati dalle varie categorie economiche e dalle famiglie italiane nel 2012. Agli albergatori il versamento più pesante: nel 2012 l’Imu è costata quasi 11.500 euro; per la grande distribuzione l’onere si e’ attestato a 7.325 euro; l’industriale 5.786 euro, per il piccolo imprenditore 3.352 euro, il libero professionista 1.835 euro, il commerciante 894 euro, l’artigiano 700 euro, la famiglia per seconda casa 663 euro, la amiglia per prima casa (+ pertinenza) 330 euro.