
A leggere le cronache e a guardare i dati sembra che si stia parlando di una guerra così atroce, così assurda. Eppure se ne parla della violenza contro le donne, però mai abbastanza, mai con la giusta condanna. Ecco perché il progetto di Claudia Greco, studentessa messinese del Corso di Economia Aziendale, curriculum in Marketing Management, merita di essere raccontato con attenzione. Claudia ha realizzato un flash mob e il relativo video, che hanno come tema la violenza contro le donne. L’obiettivo è quello di approfondire gli effetti derivanti dall’utilizzo di questi nuovi strumenti di comunicazione nel settore del marketing “non convenzionale” Il progetto di tesi si inserisce all’interno delle tematiche affrontate nel corso di Marketing dei Servizi, tenuto dalla prof.ssa Tindara Abbate. Il flash mob è stato realizzato il 28 aprile scorso a Messina, coinvolgendo circa 50 ragazze, e ha ottenuto a oggi oltre diecimila visualizzazioni su youtube http://www.youtube.com/watch?v=OXk4jJUdCz8
Claudia Greco come è nata l’idea del flash mob per denunziare la violenza contro le donne?
L’idea di un flash mob per denunciare la violenza sulle donne nasce nel momento in cui scelsi come argomento Tesi, di parlare del "Marketing non convenzionale" e dunque di parlare non convenzionalmente di un argomento molto attuale ma anche molto tragico. L’evento nasce per cercare di sperimentare sul territorio gli effettivi risultati di un fenomeno che, intrecciando conoscenze di marketing e creatività, cerca di fare leva sui sentimenti, sulle sensazioni e sul ricordo che un video dai connotati "virali" può trasmettere allo spettatore, che immediatamente sentirà il bisogno di raccontare ad altri ciò a cui ha assistito. il WOM (Word of mouth) si trasforma oggi, grazie all’avvento delle nuove tecnologie, in WOM (Word of mouse). E’ per questa ragione che il viral video già nel primo giorno realizzò più di 1000 visualizzazioni e arrivò al 3 posto tra i video più virali del momento. a soli 5 gg dal "lancio" su Youtube contava più di 10.000 visualizzazioni. So per certo che non sarà un evento del genere, una canzone, un libro a fermare la strage sulle donne. Neanche le migliori leggi seppur necessarie, basteranno a fermare questa mattanza trasversale, che colpisce donne di ogni età, ceto, luogo e cultura. ma come ho ripetuto più volte, se fosse servito anche ad una sola donna, per denunciare, spronare, cambiare io mi sentirei già soddisfatta. Bisognerebbe creare eventi del genere ogni giorno, scendere in piazza ogni giorno, denunciare ogni giorno, non soltanto i killer o i presunti tali, ma anche e soprattutto la società, lo Stato e gli organi di potere che fanno realmente poco per cercare soltanto di alleviare questo sterminio che si ripete ormai con una regolarità agghiacciante! Bisognerebbe sempre più far capire agli uomini che è un problema di tutti! Non solo delle donne, è un problema che ci tocca tutti da vicino o potrebbe toccare tutti da vicino, chi di noi non ha una figlia, una madre, una amata o un’amica che un giorno potrebbe trovarsi vittima di eventi simili ignara del tutto. E’ ora di cercare di partire dal basso dalla scuola, dalla strada a insegnare gli uomini a rispettare le donne. I compagnetti d’asilo a rispettare le femminucce. Forse solo cercando di scardinare alcuni dogmi culturali riusciremo a venirne fuori. Ovviamente ringrazio la prof. Tindara Abbate, docente di Marketing dei servizi, i ragazzi che mi hanno aiutato nella realizzazione del video Enrico Forestieri, Fabrizio Micalizzi, Maurilio Forestieri, Maurizio Santamatia e tutte le donne che da subito hanno sposato la mia idea entusiaste.
Ti sei data una risposta sul perché nel 2013 ancora è forte la distanza tra maschi e femmine?
Una volta sentì dire che le leggi sono fatte dagli uomini, e per questo proteggono gli uomini. il paradosso è che a dirlo fu proprio un uomo! il problema di fondo credo sia proprio questo, ma immediatamente dopo, si pone il problema della cultura. la società, la nostra società "vuole" l’uomo e la donna occupare due posizioni diverse e spesso antitetiche. l’uomo è raffigurato sempre come un uomo virile, professionalmente affermato, amato e lodato dalla sua donna e stimato dai figli. la donna è quasi sempre l’unica persona a occuparsi della casa e dei figli, ma è anche la sposa perfetta, un’amante seducente, bomba sexy. E’ comprensibile che le due rappresentazioni sono a svantaggio di entrambi i generi, ma è la donna a pagarne il prezzo più alto o comunque immediato. Ecco perchè proprio da questa errata raffigurazione della realtà, la Boldrini lanciò un allarme: "finiamola di mercificare il corpo delle donne o tutti finiranno per trattarle come merci". Ed ecco anche il perché per ogni donna, anche una donna Valida (la V maiuscola non è un errore di battitura) è molto più difficile "arrivare" rispetto a un uomo, anni luce dietro circa preparazione e professionalità.
Dentro l’idea di donna ci puoi mettere di tutto…
Credo che bisognerebbe, come dicevo poc’anzi, partire dalle scuole, "insegnare" il rispetto per le donne scavare nella cultura e nella tradizione, cercando di deformare l’idea che si ha del genere femminile. bisognerebbe far capire agli uomini non si dovrebbero sentire minacciati da donne capaci, ma sostenuti. Bisognerebbe far capire agli uomini che dovrebbero essere i primi a condannare la violenza sulle donne e non invece continuare a puntare il dito con azioni di egocentrismo e vittimismo, come accade, ancora in questi giorni, nei commenti che seguono il video su Youtube, dove si parla addirittura di misandria. preciserei piuttosto che si parla di violenze diverse e se si crea un evento contro la violenza sulle donne non si può certo criticare chiedendo spiegazioni del perchè non ne è stato fatto uno sulla pedofilia. Il problema di tanti uomini è proprio questo il sentirsi superiori e qualora non riescono a dimostrarlo con fatti leciti lo fanno nella più completa illegalità ma soprattutto immoralità, dato che probabilmente sono superiori solo in forza fisica. Bisognerebbe far sì, che non soltanto gli uomini "della porta accanto" si stancassero di sentire ogni giorno queste notizie che non fanno più notizia, ma anche gli uomini di potere cerchino di attivarsi per fermare il prima possibile questo fenomeno. Pene più certe e più dure per chi commette questo genere di reati, aiuti concreti per le donne che denunciano violenze, aiuti economici, psicologici, che spronino le donne ad allontanarsi dal "covo" della violenza. La banalità più assurda e urgente da superare, è indubbiamente far capire che nessuno può decidere sulla vita di qualcun altro. Se quest’ultimo deve vivere o morire, se può innamorarsi di qualcun altro oppure no, se vuole mangiare un gelato o bere un caffè!
Le contraddizioni per realizzarsi sono infinite: cosa ti fa maggiormente indignare?
La cosa che mi fa indignare di più è probabilmente la complicità delle istituzioni che sono carnefici quanto lo sono i killer delle donne! non è possibile che uomini che abbiano già ucciso continuino a farlo liberamente (caso Elisa Claps, Maria Antonietta Multari, tra i più noti) o che donne che abbaino denunciato più volte il tentato omicidio da uomini che conoscevano bene, non siano protette e nel frattempo venga data scorta notte e giorno a familiari di politici in pensione! (vedi servizio Iene). Questo è quello che mi fa indignare di più di un Paese che amo perché mio, ma odio perché funziona peggio che male!
Come si vive da cittadina dello Stretto?
Si sopravvive, la mia città ha tanto da offrire a livello storico, culturale e paesaggistico, ma nessuna di queste tre connotazioni è sfruttata neanche in parte. ma credo che la mia città non abbia nulla da invidiare a tante altre città, qui come in tanti altri posti ci sono cose giuste e cose sbagliate. E’ sicuramente difficile riuscire a realizzare i propri sogni, ma se ci s’impegna si ottengono i risultati sperati. non ho mai pensato che fosse stato facile organizzare un evento del genere nella mia città, ma devo dire che la caparbia con cui ho portato il mio progetto avanti mi è stata riconoscente nella racconta di adesioni, complimenti e apprezzamenti. Nothing is impossible, perfino a Messina.
Se potessi andare su un palco elettorale cosa prometteresti agli elettori?
Non prometterei nulla a parte il massimo impegno per la mia città, ma capisco bene che con questa promessa probabilmente otterrei solo il mio voto, dunque lascio ad altri la facoltà di esprimersi, proporsi e confrontarsi.
Cosa ti viene in mente nel constatare che tra i candidati a sindaco di Messina c’è solo una donna (Maria Cristina Saija – Movimento 5Stelle)?
Che siamo sempre a dire le stesse cose, il problema è proprio di origine culturale, gli uomini in politica le donne in cucina. Credo che non ci sia visione più limitata per una città dallo scenario che si prospetta a dir poco maschilista. La colpa comunque non è da attribuire tutta agli uomini, probabilmente c’è carenza di personale dal fiocco rosa che s’impegna realmente.
Però neppure l’Università di Messina scherza: quanto dovremo attendere per un Rettore donna?
Credo che avrò i capelli bianchi ma di non vederla ancora. ma ovviamente auspico il contrario. non parlo con quel velo di rassegnazione che affligge tutti i giovani, ma lo definirei più una prospettiva oggettiva di vedere il mondo che ci circonda. poi se parlassimo di soggettività, allora il discorso cambierebbe, niente e nessuno può piacere a tutti, e parlo moooooooolto in generale!