Con il vertice Ue i leader di fronte alle prime responsabilità

Ieri sera la riunione dell’Eurogruppo, che guarda con preoccupazione alla instabilità politica italiana. La settimana prossima, in concomitanza con il previsto insediamento del Parlamento italiano, si riunita’ uno dei periodici vertici dell’Unione Europea al quale parteciperà il dimissionario premier Monti e proprio da Monti viene l’invito ai leader delle formazioni politiche per un consulto, invitando a palazzo Chigi, separatamente, Pier Luigi Bersani, Silvio Berlusconi e Beppe Grillo per uno ”scambio di opinioni e per trovare elementi di consenso, accanto a possibili divergenze, sulle tematiche all’ordine del giorno”. Intanto prosegue la routine dei lavori preparatori all’inizio della nuova legislatura. Ieri, a Roma, primo incontro dei 164 eletti del M5S, conclusosi con la conferma che il movimento non ha alcuna intenzione di votare in Parlamento un governo formato da esponenti di partito. Quindi, neppure un esecutivo guidato da Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, e fondato su un programma di pochi punti. Beppe Grillo apre invece all’ipotesi di un governo tecnico proposto dal presidente Giorgio Napolitano e formato da personalita’ non di partito. La posizione del M5S e’ spiegata da Vito Crimi e Roberta Lombardi, eletti capigruppo al Senato e alla Camera per i prossimi tre mesi, in una conferenza stampa dopo che la riunione dei neoeletti e’ stata possibile seguirla in diretta sul web: ”Ribadiamo che il M5S non puo’ e non dara’ alcuna fiducia al governo dei partiti. Il governo lo individuera’ il presidente Napolitano. Quando una proposta ci sara’ concreta la valuteremo. Qualunque proposta alternativa ai partiti la valuteremo”. Grillo e’ piu’ sferzante nel giudicare i partiti in una intervista al sito Wired Italia: ”Destra e sinistra erano gia’ alleati prima con Monti. Lo saranno ancora con un altro presidente del Consiglio: Corrado Passera”. Poi, correggendo l’idea di una uscita dall’euro, aggiunge di essere ”a favore di un’Europa unita, ma che sia moderna, che parli la stessa lingua e non undici differenti come accade al parlamento europeo, non puo’ essere fondata su parole come spread e obbligazioni, ma su temi comuni. Un’Europa che abbia anche un fisco unificato”. Grillo in questa conversazione rassicura mercati e investitori stranieri: ”Il M5S porterà un’ondata di legalità e rispetto per la legge che fara’ bene all’Italia. Tutti gli imprenditori stranieri, francesi come tedeschi, saranno i benvenuti e potranno investire potendosi finalmente sentire piu’ tutelati e garantiti”. Gli eletti del M5S torneranno a riunirsi nei prossimi giorni. I riflettori sono ora puntati sulla Direzione del Pd convocata per domani, alla quale potrebbe partecipare anche Matteo Renzi su esplicito invito di Bersani (oggi si riunisce la Direzione di Sel nella quale Nichi Vendola proporra’ di sostenere la linea di Bersani). Il segretario del Pd chiedera’ molto probabilmente un voto sull’ipotesi di tentare la formazione di un governo, qualora il Capo dello Stato decida di dargli un mandato. Bersani sulla carta puo’ contare sia sulla maggioranza in Direzione, sia sulla maggioranza dei componenti dei gruppi parlamentari. Ma la posizione dei grillini mette in seria difficolta’ il leader del Pd perche’ chiede esplicitamente al presidente Napolitano di non dare il mandato a un esponente di partito in quanto i voti dei parlamentari del M5S sarebbero preventivamente indisponibili. L’unica ipotesi percorribile sarebbe quindi quella di un governo guidato e formato da personalita’ indipendenti. L’alternativa di un governassimo Pd-Pdl e’ ritenuta impraticabile da Bersani, da qui il probabile pericoloso impasse se fosse scartata l’apertura di credito da parte del M5S a un governo del presidente. Il vertice del Pd ha annunciato che i lavori della Direzione verranno trasmessi in diretta streaming sul web (effetto M5S?). In quella sede potrebbero esserci voci dissonanti rispetto alla proposta di Bersani. Walter Veltroni, con una intervista nei giorni scorsi, non ha nascosto di privilegiare l’ipotesi di un ”governo del presidente” ritenendola piu’ percorribile rispetto a quella di un mandato da affidare al segretario del Pd. Sulla stessa posizione e’ Paolo Gentiloni, che guida la pattuglia di parlamentari renziani. La pensa cosi’ anche Beppe Fioroni, mentre si attende di conoscere qual è la posizione della corrente guidata da Dario Franceschini restata finora silente. Qualche distinguo sulla posizione di Bersani potrebbe venire anche dal vicesegretario Enrico Letta. L’impressione e’ che il destino politico di Bersani sia legato a ciò che accadrà nelle prossime settimane, nel caso non fosse lui a guidare il prossimo esecutivo si potrebbero accelerare i tempi del congresso del Pd con all’ordine del giorno il cambio della guardia alla segreteria. Occhi puntati pure sulle prossime mosse del Quirinale. Il presidente Napolitano preferirà percorrere fin dall’inizio la via di un possibile governo tecnico intravedendo un possibile voto favorevole del M5S o darà il primo incarico a Bersani che tenterebbe di formare una maggioranza con il M5S nel corso del dibattito parlamentare?