
"Chiedere la fattura all’idraulico, la ricevuta all’elettricista, lo scontrino al carrozziere. E trarne un vantaggio fiscale, scaricando i costi dalla dichiarazione dei redditi. Così da ridurre il nero, tamponare l’evasione, pagare tutti per pagare meno (tasse). Se ne parla da tempo, ma ora un emendamento proposto dal Pd e approvato ieri in commissione Finanze del Senato introduce il ‘contrasto di interesse’ nella delega fiscale".
Lo scrive LA REPUBBLICA. Secondo il quotidiano romano "alla Camera, intanto, il governo ha incassato i tre voti di fiducia sui tre macro-articoli del ddl Stabilità (426 sì nel primo, 433 nel secondo e 395 nel terzo). Ma il clima attorno all’ex Legge finanziaria è teso, come dimostra la marcia dei mille sindaci ieri a Milano – tra cui Alemanno, Fassino, Pisapia, Fontana, Pizzarotti – guidati dal presidente dell’Anci Delrio, pronti allo sciopero del Tricolore (non esserci più negli appuntamenti ufficiali). Ma anche alle dimissioni in massa, da decidere il 29 novembre, nelle ore in cui il ddl Stabilita’ sara’ in discussione al Senato. Nel mirino, i tagli, il patto di Stabilita’ e l’Imu.
I conti non tornano e molti sindaci, appoggiati dall’Anci, sono pronti a ricorrere al Tar perche’ ritengono eccessive le rasoiate ai trasferimenti rispetto alla porzione di Imu incassata a livello locale. Impossibile poi recuperare l’ammanco forzando le aliquote, gia’ al massimo in molte citta’ su prima e seconda casa. La nuova norma anti-evasione, in realta’, traccia solo il quadro d’insieme, delegando al governo le ‘opportune fasi applicative’ e le ‘eventuali coperture’. In ogni caso, la misura sara’ ‘selettiva’ e tocchera’ solo quelle ‘aree maggiormente esposte al mancato rispetto dell’obbligazione tributaria’. Come il lavoro autonomo, laddove professionisti e artigiani sono piu’ propensi al cash che non lascia traccia. La scelta di privilegiare spese per la casa e l’auto, l’opzione tra detrazione o deduzione, la fissazione di percentuali e tetti eventuali, sono nelle mani del governo. Che alla fine ieri ha dato parere positivo, con il sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani, dopo una contrarieta’ iniziale. Ma i dubbi sull’efficacia della norma al contrasto dell’evasione, corroborati da pareri di fiscalisti e studi vari, rendono la sua concreta applicazione molto incerta. Il sospetto e’ che le buone intenzioni del Parlamento rischino il binario morto.
Il ‘contrasto di interessi’ si ha tutte le volte che l’interesse dell’acquirente a ‘scaricare’ la fattura per avere il bonus fiscale si contrappone a quello del venditore, propenso al nero. Secondo alcuni tributaristi, affidare a questo meccanismo la lotta all’evasione sarebbe una non soluzione, alla stregua di una formula magica. Il motivo?
Calcoli alla mano, per annullare la convenienza economica ad evadere, le autorita’ fiscali dovrebbero riconoscere al contribuente agevolazioni tali da annullare o addirittura rendere negativo il gettito per lo Stato. Con l’evidente paradosso che a quel punto qualunque governo preferirebbe l’evasione piuttosto che andare "sotto" e di fatto pagare un premio all’onesta’. Posizione estrema che pero’ non considera l’effetto combinato di incentivi e controlli piu’ aspri".
Intanto si perfeziona il Redditometro dopo l’avvio del Redditest. Scrive IL SOLE 24 ORE: "Un ruolo maggiore attribuito ai dati certi, ricavati direttamente dall’amministrazione finanziaria, rispetto alle ‘valorizzazioni’, cioe’ alle stime che provano a tradurre le spese in reddito sulla base di elementi statistici, valori medi e cosi’ via. Si gioca su questo terreno la sfida del nuovo accertamento sintetico per superare i limiti del redditometro "classico", utilizzato fino a oggi e fondato su un numero di limitato di beni e servizi ritenuti idonei per ‘indicare la capacita’ contributiva’ dei singoli messi sotto esame. Il risultato piu’ evidente di questa scelta e’ la moltiplicazione delle spese coinvolte nel meccanismo, che in 100 voci punta l’attenzione su 7 capitoli-chiave per illuminare tutti gli aspetti della vita del contribuente: dalle abitazioni alle assicurazioni, dai contributi ai mezzi di trasporto, passando per assegni al coniuge, investimenti e sport. L’alfabeto del redditometro cerca di non tralasciare alcun aspetto dell’esistenza "economica". Per indicare il reddito ‘coerente’ col tenore di vita, spiega il decreto dell’Economia che attuera’ il nuovo meccanismo e che e’ giunto all’ultimo miglio del suo iter, non si possono trascurare l’abbonamento alla pay-tv, le somme spese ai giochi su internet, i soldi dedicati all’istruzione e gli investimenti nel mattone, nei fondi o addirittura in derivati. (à) Anche nel nuovo redditometro, quindi, il risultato finale e’ frutto di elaborazioni basate sulla statistica, e al contribuente puo’ essere chiesto di fornire la prova contratria di un’informazione che non si fonda su un dato puntuale. Il discrimine, da questo punto di vista, sara’ rappresentato soprattutto dall’utilizzo del nuovo strumento: la legge apre la strada verso la contestazione quando la forbice fra reddito dichiarato e presunto e’ almeno del 20%, i vertici delle Entrate spiegano che almeno all’inizio la soglia di "tolleranza" sara’ ancora piu’ alta, e queste cautele diminuiscono il peso della statistica sul risultato finale".
Su LA STAMPA intervista al fiscalista Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti sul Redditest: "’Il Redditest? Potrebbe essere un aiuto in piu’ per gli evasori’, spiega Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti. Che aggiunge: ‘E’ uno strumento che testa la dimensione della propria evasione, permettendo di capire per approssimazioni successive di quanto si e’ fuori’. Non esattamente lo spirito con cui e’ stato concepito dalle Entrate. ‘Alcuni giornali hanno titolato: "Scopri se sei un evasore". Ma non è questo il punto. Chi evade lo sa già di suo di essere evasore. In realta’ il Redditest ha un’altra funzione’. Quale? ‘Il Fisco dice: "Amico contribuente, ti preparo al redditometro. Se hai pensato di caricare sulla tua attivita’ una spesa che non era giusta, adesso sai che verrebbe fuori". In pratica e’ uno strumento di pressione psicologica, poiche’ non ha alcuna conseguenza, e’ completamente anonimo e i dati non vengono acquisiti. E’ un’autovalutazione che ti dovrebbe spingere nel caso di rosso a essere piu’ disponibile a dichiarare’. Il Redditest comunque considera il nucleo familiare e non il singolo contribuente. ‘Appunto, sono due cose diverse. Il Redditest e’ come un "attenti al lupo", nulla di piu’. E’ così che tradurrei la parola inglese usata dall’amministrazione anche se nessuno sa l’inglese: compliance, una sorta di spontaneo adempimento alle norme di legge’".