Province, decreto del governo ne taglia 36

Il Corsera presenta la mappa delle province che saranno tagliate dal governo con un prossimo decreto. Subito 36 in meno e da giugno 2013 tutte commissariate. "Niente da fare per Benevento, che invocava la ‘storia del territorio sannita’, e nemmeno per Rovigo, che sul piatto metteva la ‘peculiarita’ del Polesine’. Giorni contati per Treviso, troppo piccola di appena 23 chilometri quadrati, e per Terni, che pur di sopravvivere aveva suggerito il trasloco a qualche Comune dalla vicina Perugia. La nuova cartina delle Province italiane e’ agli ultimi ritocchi: arrivera’ con un decreto legge all’esame del primo Consiglio dei ministri di novembre.
Una mappa che mette insieme le proposte che stanno arrivando in queste ore dalle Regioni. E che respinge le tante richieste di deroga, applicando senza sconti le regole fissate con la legge sulla spending review: le Province che hanno meno di 350 mila abitanti o un’estensione inferiore ai 2.500 chilometri quadrati dovranno essere accorpate con quelle vicine. Considerando solo le Regioni a Statuto ordinario, le Province scenderanno da 86 a 50, comprese le dieci Citta’ metropolitane. Quelle tagliate saranno trentasei, alle quali bisogna aggiungere un’altra decina di cancellazioni nelle Regioni a statuto speciale, che pero’ hanno sei mesi di tempo per adeguarsi e decideranno loro come farlo. Le uniche che potrebbero essere recuperate sono Sondrio e Belluno. Per il resto palla avanti e pedalare. ‘Non possiamo pensare che una riforma importante come questa – dice il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi – possa venir meno solo per delle resistenza localistiche’. Anzi. Per mettere al sicuro il risultato ed evitare la tentazione del dietrofront, vedi campagna elettorale e nuovo governo, il decreto prevede un processo a tappe forzate. Dalla fine di giugno del 2013 tutte le Province, anche quelle che non si vedranno toccare i confini, saranno guidate da un commissario. Tocchera’ a lui curare la transizione verso il nuovo regime. Un’accelerazione non da poco perche’ la legge sulla spending review lasciava intendere che sarebbero andate a scadenza naturale, mentre nelle Citta’ metropolitane il processo sarebbe dovuto partire all’inizio del 2014. Resta da decidere solo se il commissario sara’ esterno, nominato dal prefetto, o se il ruolo verra’ affidato al presidente uscente della Provincia. Piu’ probabile la seconda ipotesi perche’, nei limiti del possibile, si andra’ incontro alle richieste del territorio.
E’ il caso della Basilicata. La Regione avrà una sola Provincia ma vorrebbe spostarne la sede a Matera, lasciando invece a Potenza gli uffici regionali. Si puo’ fare. Pronti al confronto anche sugli uffici periferici dello Stato, come le questure o le prefetture. Il decreto dice che ci sara’ una ‘consultazione del governo con il territorio’ in modo da spalmare la presenza dello Stato. Per capire: se la nuova Provincia di Modena e Reggio Emilia avra’ la sede politica a Modena, la questura o la motorizzazione potrebbero andare invece a Reggio. Cosa succederà ai dipendenti? Nell’immediato – dice il ministro – non ci sarà una contrazione del personale ma ci potrebbe essere uno spostamento fisico. Naturalmente i criteri di quest’operazione andranno studiati con un esame congiunto insieme ai sindacati’. Una modifica riguarderà anche il nuovo sistema elettorale, quel meccanismo di secondo livello con i consiglieri eletti non più dai cittadini ma dai consiglieri comunali sul quale a giorni si pronuncera’ la Corte costituzionale".