Ospite di ‘Otto e mezzo’ su La7, Matteo Renzi prova a non farsi schiacciare dalla prima domanda. Eugenio Scalfari, tra i padri nobili del giornalismo italiano, in una dichiarazione registrata, boccia la candidatura del sindaco di Firenze: ‘Se diventasse premier, dovrebbe confrontarsi con gente come Merkel e Draghi. Francamente non ce lo vedo’. Immediata la replica: ‘Se Eugenio Scalfari non voterà per me alle primarie, me ne farò una ragione. E forse è meglio così, visti i precedenti. Rispetto la posizione di una persona significativa e importante come lui. Ma se parliamo di un fatto anagrafico e generazionale, ai vertici europei ci sono persone più vicine alla mia età che a quella di Scalfari’. Renzi passa subito dopo a parlare di Silvio Berlusconi, che invece ha avuto parole di simpatia verso di lui (‘Porta del Pd le nostre idee’): ‘Se Berlusconi dovesse candidarsi, come candidato del centrosinistra sarei l’uomo piu’ felice del mondo. Sarebbe plastica la divisione tra due modelli, due idee, due generazioni, due storie diametralmente opposte. A me piace l’idea di poter intercettare i voti del centrodestra in caduta libera’.
Il candidato alle primarie del centrosinistra prende le distanze da Mario Monti: ‘Penso che siamo di fronte a un bivio. C’e’ una cultura che vuole l’uomo solo al comando.
L’idea che solo Monti possa dare valore all’Italia in Europa e’ sbagliata. Non penso di essere io il salvatore della patria, ma penso possa servire un cambio. Blair per me e’ un modello, uno che la sinistra la faceva vincere non solo partecipare. Anche di lui dicevano: non affidate il vostro futuro a un ragazzino’.
L’ultima stoccata, dopo le domande di Lilli Gruber e Massimo Franco, Renzi la rivolge verso il Pd: ‘Facciano loro sulle regole, cambiarle in corso d’opera mi sembra discutibile.
Vorrei chiedere perche’ le regole del 2005 per Prodi, del 2007 per Veltroni, del 2009 per Bersani e in dodici citta’, compresa la mia, improvvisamente quest’anno non vanno piu’ bene. Capisco che i sondaggi comincino a impaurire qualcuno’. In ogni caso, Renzi promette collaborazione con il vincitore delle primarie, qualora non fosse lui stesso.
Pier Luigi Bersani partecipa a ‘Ballaro” su Raitre, dove esterna sicurezza rispetto all’esito delle primarie del centrosinistra. Alla domanda del conduttore Giovanni Floris ‘Se tocca a Bersani andare a palazzo Chigi, quale priorita’?’, replica: ‘Se tocca a Bersani, tutti i margini di riduzione fiscale devono andare sul lavoro e sugli investimenti che danno lavoro’.
Nella trasmissione, si assiste a un garbato match tra il segretario del Pd e il ministro del Lavoro, Elsa Fornero che risponde all’impegno annunciato da Bersani: ‘Gli italiani hanno gia’ passato un lungo periodo con persone che cercavano di vendere sogni improbabili e illusioni’.
Bersani controreplica: ‘Dico al ministro Fornero che, dopo un po’ di anni, siamo tecnici anche noi. E se fossimo stati ascoltati un po’ di piu’, qualcosa si poteva fare meglio’.
Il ministro aveva preso le distanze dalla campagna elettorale in apertura di trasmissione: ‘Io sono un ministro tecnico e non voglio entrare in competizioni elettorali. Sarebbe un peccato se l’esperienza del governo tecnico lasciasse una competizione elettorale e i partiti esattamente nella condizione in cui li ha trovati’.
‘Io non sono quello delle tasse, ma neanche racconto favole.
L’Imu non si puo’ cancellare. Certo, noi l’avremmo fatta piu’ leggera e un po’ piu’ equa. Ma tutti i paesi dell’Occidente hanno una imposta sugli immobili. Se e’ stata congegnata male si puo’ alleggerire e rendere piu’ equa’, dice Bersani che sull’operato di Monti aggiunge: ‘L’immagine di Monti nel mondo e’ un punto di non ritorno. Siamo soddisfatti di aver contribuito a quella svolta, poi data quella credibilita’ bisogna inserire piu’ equita’ e piu’ lavoro e questo tocca alla politica’.
Intanto crescono le indiscrezioni sulla data delle primarie (25 novembre o 2 dicembre?), ma soprattutto sulle ‘regole’ che finora non c’erano. Ne discutera’ l’Assemblea nazionale del Pd convocata per il 6 ottobre. Si proporra’ probabilmente che l’elettore delle primarie debba firmare una carta di intenti, versare una quota (2-5 euro), identificarsi affinche’ cognome e nome vadano a formare il database degli elettori del centrosinistra. Quanto ai singoli candidati, ognuno di loro per competere potrebbe essere vincolato a presentare un congruo numero di firme di elettori del centrosinistra a proprio sostegno.
C’e’ nel frattempo il rischio che si crei un ‘caso Nichi Vendola’. Il leader di Sel, di fronte al crescere del numero dei candidati in corsa, si e’ chiesto dai microfoni SkyTg24: ‘Che primarie sono? Del Pd o di coalizione? Se sono del Pd, mi ritiro’. Bersani interviene per precisare: ‘Io voglio che Vendola sia protagonista di questa nuova avventura’. Il segretario del Pd smentisce cosi’ l’idea che un eventuale ritiro di Vendola possa favorirlo.
Finora i candidati sono otto: Pier Luigi Bersani, Matteo Renzi, Laura Puppato (consigliere regionale Pd in Veneto), Pippo Civati (consigliere regionale Pd in Lombardia), Bruno Tabacci (Api), Nichi Vendola, Valdo Spini (socialista, ex Ds) e un socialista che sara’ indicato dal Psi (il segretario Riccardo Nencini?).
Massimo D’Alema, con il suo usuale sarcasmo, fotografa cosi’ la situazione: ‘Le primarie sono un momento in cui si sceglie un candidato per la guida del paese. Spero che non avremo 500 candidati, senno’ il rischio e’ di fare una certa confusione’.
