Tutti a chiedersi se avrebbe sciolto il nodo gordiano della sua sesta candidatura, e lui che fa? Si occupa delle candidature altrui. Di quella di Matteo Renzi, nel caso specifico. Dunque, alla fine, il grande ritorno sulla scena di Silvio Berlusconi dopo tre mesi di silenzio si concretizza in un endorsement a favore del sindaco di Firenze perché vinca le primarie del Pd contro Bersani. In due ore e passa di intervista con Alessandro Sallusti a bordo della nave crociera organizzata dal `Giornale’, il Cavaliere indossa la maglia del tifoso del `rottamatore’ fiorentino. Se vincesse lui la sfida `democratica’, dice l’ex premier, si compirebbe il "miracolo" di rendere il Pd davvero un "partito socialdemocratico". E non solo: sul `pacco regalo’ confezionato per Renzi, Berlusconi ci mette anche un bel fiocco. "Porta avanti le nostre idee – spiega – sotto le insegne del Pd". Quando si dice i complimenti.
Al Cavaliere il sindaco di Firenze sta simpatico davvero, e lo stima pure. Ma la guerra (politica) è guerra e l’ex premier sa bene che schierandosi così apertamente, non gli ha certo fatto un gran favore. Berlusconi d’altra parte ancora non ha deciso se candidarsi o meno ma, come ha spiegato ad alcuni interlocutori, di certo preferirebbe trovarsi contro Pierluigi Bersani anziché Renzi. Non solo per un evidente fattore d’età. Ma anche perché contro l’alleanza Pd-Sel si può sempre ritirare fuori l’evergreen dei `vecchi comunisti’. E poi in questa fase di `wait and see’, in attesa che si chiudano le pratiche `legge elettorale’ e `elezioni siciliane’, di certo Berlusconi ha tutto da guadagnare dall’inasprirsi dello scontro all’interno dei democratici.
E così se da una parte `accarezza’ Renzi, dall’altra (e per certi versi per la stessa ragione) attacca Beppe Grillo per il quale finora in privato aveva speso sempre parole positive. Oggi, di fronte ai lettori del Giornale, il fondatore del Movimento 5 stelle è tornato a essere semplicemente un "comico", se vuoi anche straordinario, ma che recita copioni scritti da altri.
Insomma il Cavaliere si è fatto un bel po’ i fatti degli altri, tralasciando allegramente i problemi interni al Pdl. Certo, non ha dimenticato una menzione d’onore per il segretario Angelino Alfano che ha descritto come un "uomo speciale", praticamente il "miglior politico in circolazione". Ma non abbastanza, evidentemente, da essere lanciato nella corsa verso palazzo Chigi. "Alfano l’ho bruciato" ha d’altra parte ammesso candidamente l’ex premier con più di un interlocutore quest’estate.
Di fronte ai lettori del `Giornale’, Berlusconi ha però dato anche un assaggio di quella che potrebbe essere la sua campagna elettorale. A cominciare dai toni nient’affatto benevoli verso l’Europa: "Le norme del fiscal compact impediscono la crescita" ha detto dimenticandosi di aver sottoscritto e votato quelle stesse regole. E poi il cavallo di battaglia delle tasse che vanno abbassate se si vuole uscire dalla recessione. La prima promessa è già pronta: se andremo al governo – promette – aboliremo l’Imu.
