"E’ verissimo che per evitare il tracollo finanziario dell’Italia il governo ha imposto provvedimenti che comportano prezzi alti per cittadini e imprese". Ma queste decisioni non sono state imposte da un ‘Leviatano tecnocratico’, bensì introdotte "con l’appoggio sistematico, spesso sofferto ma sistematico, dei gruppi che in Parlamento appoggiano questo governo". Così Mario Monti, intervenendo ad unconvegn odella società diScienza politica, risponde ad una domanda sul rischio di un ‘Leviatano tecnocratico’ che impone agli Stati e ai governi le politiche da adottare.
Certo, "questo rischio c’è", così come c’è il rischio che "la democrazia sfumi in creditocrazia", ovvero nella "cessione asimmetrica di sovranità" che i Paesi debitori devono fare a vantaggio dei creditori. Ma è una condizione che per ora non si è verificata in Italia, per due ragioni. La prima è che "ho sempre cercato di evitare il ricorso ad aiuti che comportino perdita di sovranità asimmetrica". E la seconda perchè quello guidato dallo stesso Monti "è sì Governo tecnico, certamente, più tecnico di quanto avrei voluto", ma i cui provvedimenti "sono sempre stati sostenuti in Parlamento. E lo dico per sottolineare l’appoggio dei partiti". D’altronde, "se c’è una cosa di cui sono orgoglioso è che siamo inzialmente riusciti a far lavorare insieme senza guardarsi negli occhi, e poi anche a parlarsi tra di loro, partiti che si erano combattuti aspramente e secondo me anche incivilmente fino a quel momento".
