PRODI, LEGGE ELETTORALE SIA DALLA PARTE DEL PAESE

‘Il compito di una legge elettorale non è quello di fotografare un Paese ma di garantire a esso un governo possibilmente stabile per tutta la legislatura’. Lo afferma Romano Prodi in un editoriale sul Messaggero in cui osserva che ‘la primavera si avvicina’ ma ‘si continua a discutere sulla legge elettorale come se il tempo fosse infinito’.
Per l’ex premier il continuo rinvio è ‘conseguenza dell’oggettiva difficoltà di un accordo e della speranza che il passaggio del tempo permetta ai partiti di interpretare con maggiore sicurezza quale sia la legge per loro più conveniente’. ‘Nella normalità dei casi – sottolinea -, i riformatori di turno sono in genere spinti a legiferare tenendo presenti i propri interessi e non quelli del Paese’. Per il professore se l’obiettivo in Italia è ‘un governo stabile e scelto dai cittadini, l’unica ragionevole via d’uscita sarebbe l’adozione del sistema francese’, ma questa soluzione, ammette, ‘rimane un obiettivo sostanzialmente impossibile perche’, per arrivare a innovazioni cosi’ radicali, e’ necessaria una fortissima coesione e, soprattutto, una coscienza della drammaticita’ della situazione che non sembra ancora presente nelle aule parlamentari e, ancora meno, sul tavolo dei massimi decisori’. E allora per Prodi il ‘male minore’ e’ il ritorno al Mattarellum, mentre i progetti finora presi in considerazione sono ‘orientati verso sistemi talmente confusi e complicati da essere sostanzialmente incomprensibili non solo al normale elettore ma anche a molti professionisti della politica’.