Le riprotezioni operate da Alitalia per i passeggeri di Wind Jet sono fatte in perdita, con un costo di 80mila euro al giorno. Lo ha detto l’amministratore delegato di Alitalia, Andrea Ragnetti, arrivando al tavolo del ministero dello sviluppo economico. "Operiamo in perdita – ha affermato Ragnetti – i costi che non recuperiamo per fare le riprotezioni sono di 80mila euro al giorno".
Il fallimento di Wind Jet non è colpa di Alitalia ma è dovuto alla cattiva gestione della compagnia siciliana. Soltanto un ingenuo – ha detto Ragnetti – può pensare che Alitalia abbia cercato scientemente di far fallire Wind jet, che è fallita o fallirà per cattive capacità gestionali. Avevamo trovato faticosamente – ha spiegato Ragnetti – dopo settimane di lavoro durissimo per Alitalia un accordo che per l’ennesima volta Wind Jet non è riuscita a onorare. Sulla base di quell’accordo saremmo disponibili ad andare avanti ma il problema è che si tratta di un’azienda che non esiste più, non ha più nemmeno gli aerei". Ragnetti è molto scettico sull’interesse di eventuali acquirenti per gli asset di Wind jet. "C’è un avviamento commerciale – ha detto l’amministratore delegato di Alitalia – ci sono, spero, degli slot, anche se abbiamo scoperto che non tutti operano legalmente. È un’azienda ridotta molto male e l’abbiamo scoperto nei mesi, al ritmo di una sorpresa al giorno.
"Francamente – ha sottolineato il numero uno di Alitalia – con loro non credo che ci sia più nessuna possibilità di ricominciare alcun tipo di dialogo. Parleremo con il ministro Passera, ma mi sembra che sia molto difficile".
