
Le addizionali Irpef continuano a crescere e "i portafogli dei contribuenti diventano sempre più leggeri". Lo sostiene la Cgia di Mestre, secondo cui l’aumento delle aliquote delle addizionali comunali e regionali Irpef dovrebbe costare agli italiani almeno 3,5 miliardi di euro.
L’analisi della Cgia si riferisce a due provvedimenti dell’anno scorso: il primo dal governo Berlusconi, che ha consentito ai sindaci di aumentare l’addizionale comunale Irpef fino al valore massimo dello 0,8%. Il secondo dal governo Monti, che con il decreto salva-Italia ha maggiorato dello 0,33% l’addizionale regionale Irpef. Se la prima misura dovrebbe portare nelle casse comunali un gettito aggiuntivo oscillante tra 1,3 e 1,5 miliardi, la seconda, secondo le previsioni dell’esecutivo in carica, assicurerà alle Regioni un incasso di 2,2 miliardi, garantendo un gettito di almeno 3,5 miliardi.
Se l’aumento dell’addizionale comunale "si farà sentire su pensioni e buste paga solo a partire dal 2013, gli incrementi a livello regionale invece li stiamo pagando da gennaio di quest’anno". Lo studio della Cgia, inoltre, non considera che per l’anno in corso Liguria e Toscana hanno ulteriormente rialzato l’addizionale regionale Irpef.
"Ho l’impressione – sottolinea il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi – che i sindaci e i presidenti di Regione siano diventati dei moderni gabellieri. Tra l’introduzione dell’Imu e della tassa di soggiorno, gli aumenti apportati all’Irpef, alla Tia-Tarsu, alle accise sulla benzina, gli amministratori locali sono stati spinti dagli ultimi esecutivi a mettere le mani in tasca ai propri concittadini".
"Per fortuna – aggiunge Bortolussi – molti di questi hanno agito con responsabilità, chiedendo di più ai ricchi e meno alle fasce sociali più deboli".