
Federica Lecca è una studentessa di Medicina e Chirurgia all’Università di Cagliari, si occupa di informazione pubblicitaria e marketing più in generale. Nonostante l’interesse nel campo scientifico coltiva da sempre la passione per la cultura e le belle arti. Musicista da quasi dieci anni, suona le launeddas sotto gli insegnamenti del Maestro Luigi Lai, come prima donna in Sardegna, con lei presente nelle importanti manifestazioni cittadine. Oltre alla passione per la musica coltiva l’arte della fotografia seguendo le orme del suo Maestro fotogafo Gianfranco Meloni. Fotografa per la testata giornalistica di Crastulo, per il parco Diverland, sfilate, festival, manifestazioni sportive e non, cerimonie. Da circa tre anni si occupa della manifestazione "Monumenti Aperti", prima come guida turistica e poi come responsabile dei siti. Si occupa di organizzazione eventi a Cagliari e dintorni.
Federica e la fotografia, come nasce la tua passione?
La mia passione non ha un inizio preciso, la fotografia mi ha sempre appassionata e da sempre ho amato immortalare i momenti della mia vita con uno scatto significativo. Per ogni mio ricordo esiste una fotografia, perché la fotografia non muta il ricordo nel tempo ed è l’espressione più viva e vera di un momento. Con l’andare del tempo però mi sono accorta che quasi sempre ero io a scattare e poche volte ero presente nella cornice e ho quindi sentito il bisogno di dipingere me stessa in uno scatto artistico che meglio esprimesse il mio essere. Fu così che mi avvicinai alla fotografia professionale conoscendo il Maestro internazionale Gianfranco Meloni. Quindi, come già avrete capito, ho cominciato ad approcciarmi alla fotografia stando dall’altra parte dell’obbiettivo, facendomi realizzare un sofisticato servizio fotografico. In questo frangente di cura della mia immagine, ho cominciato ad apprendere le mie prime nozioni di tecnica fotografica sotto gli insegnamenti di Gianfranco e piano piano grazie a lui sono cresciuta fotograficamente seguendolo poi come fotografa in eventi e occasioni importanti come Miss Mondo e campionati sportivi internazionali. Tutt’ora siamo legati da una stretta collaborazione artistica che è un elemento fondamentale al fine di realizzare degli ottimi lavori, impattanti e significativi.
Vademecum per affrontare la professione?
Prima di tutto sapere che c’è sempre da imparare e che c’è sempre da sperimentare, che non siamo onnipotenti: solo la luce lo è e noi dobbiamo cercare di dialogare con lei al meglio. Seconda cosa, ci vuole tanta collaborazione con gli altri del mestiere, l’arte è un valore collettivo e non una gara del singolo a chi realizza la foto più bella o a chi scatta la ragazza più "gnocca", come spesso succede.Terza cosa, non sono le attrezzature che fanno il fotografo. Bastano una buona reflex e una buona ottica per realizzare dei capolavori, la macchina fa quello che diciamo noi e nell’ambientazione possiamo trovare tutti gli elementi di luce e coreografici necessari utili alla riuscita del lavoro che noi dobbiamo far presenti alla macchina impostandola al meglio.La passione e "l’occhio" rimangono sempre gli elementi fondamentali e innati, senza questi presupposti meglio vertere su altra occupazione.
Consigli utili per i giovani?
Per chi si vuole avvicinare al mondo della fotografia, da una parte o l’altra dell’obbiettivo, consiglio di non buttarsi sul primo che si fregia del titolo di fotografo o che si fa vedere con una super-reflex e/o che svende la sua opera. Ciò che bisogna fare è analizzare i lavori con cura e vedere quale fotografo, anche amatore, incarna meglio la nostra personalità. Bisogna conoscere il fotografo e vedere se si può stabilire un feeling artistico. Il fotografo ideale è quello con cui ci si capisce con uno sguardo, e che quindi capisce chi sei e sa dunque rappresentarti per quello che sei e che puoi essere, sia che tu stia posando o sia che tu stia immortalando un momento. È un po’ come trovare l’uomo giusto che fa per te.
È un susseguirsi di aspiranti modelle (…)
Bisogna veramente andarci coi piedi di piombo. Ci sono molti presunti fotografi che lo fanno per vedere o conoscere ragazze. Un fotografo si riconosce da come rappresenta una donna, ciò che deve emergere è la sensualità non la sessualità, come dice il mio Maestro. Perciò diffidare da chiunque cerchi di esaltare solo le forme fisiche, in contesti anche poco consoni. Ricordando che poi il fotografo ha il diritto di immagine su ciò che realizza, le proprie immagini possono finire in luoghi (fisici o virtuali) poco appropriati. A tal proposito è quindi fondamentale prendere degli accordi scritti sulle finalità delle immagini, la cosiddetta "liberatoria": è una tutela sia per la fotomodella che per il fotografo. Purtroppo ricatti e vendette sono all’ordine del giorno da ambo le parti.
Alle ragazze che si presentano da te per un catalogo personale cosa ti senti di promettere?
Io non prometto nulla, chi viene da me (ragazze ma anche ragazzi) sa già che ho intuito che cosa vogliono e come vogliono essere rappresentati/e. Chi si avvicina a me si fida e sa già di non incombere in una delusione, mi hanno conosciuta come persona e a livello di lavori e ogni collaborazione artistica (perché di questo trattasi) è una crescita intellettuale per entrambi/e. D’altronde un fotografo è un consulente di immagine, non è nelle sue intenzioni svalorizzare la figura di una persona e ciò che non si vuole intenzionalmente non si può realizzare.
Colore o bianco e nero?
C’è differenza? Il bianco e il nero sono colori meravigliosi come tutti gli altri e ogni momento ha il suo colore come ogni occasione ha il suo abito. Una donna a seconda della giornata o del suo umore sceglierà un colore d’abbigliamento, combinando i vari capi affinché si senta a proprio agio e se stessa. Così succede anche con la fotografia, un oggetto o un paesaggio possono evocarti colori diversi e allora scegli di dipingere una scena come più si addice e così facendo cerchi di trasmettere agli altri come tu vedi quella scena, qual è il tuo punto di vista sul mondo che ci circonda, che è il significato profondo della fotografia.
Più corpi o paesaggi?
Nelle mie foto troverete quasi sempre tutti e due gli elementi assieme. Ciò che faccio è collocare l’essere umano, un animale o un oggetto nel proprio ambiente, quindi per me sono due elementi intrinseci. Che poi un paesaggio per come comunemente si intende è fatto di tantissimi corpi: quelli degli uccelli che in quel momento stanno passando davanti all’obiettivo, degli alberi e dei fiori che danno vita alla scena, ogni elemento è corpo e protagonista della scena rappresentata.
Il lato più sexy dello scatto?
Il lato più sexy dello scatto è l’immaginazione, è il vedo – non vedo che rende interessante la fotografia. È la naturalezza che rende una foto sexy, alla fin dei conti ciò che è finto o ciò che è ostentato non piace o, se piace, rimane nella mente un solo istante e stufa subito. È invece il non conoscere del tutto una cosa che ci porta a continuare ad apprezzare e conoscere, e questo studio duraturo, costante e stimolante, ci porta a imprimere nella mente l’oggetto del nostro studio perpetuandolo nel tempo. Ciò che è rappresentato deve evocare e far vedere anche quello che non si vede.
Il nudo è solo arte o c’è un desiderio di morbosità?
Il nudo non è solo arte ma non rappresenta un desiderio di morbosità. Dipinge invece un desiderio profondo di conoscere se stessi e di carpire l’essenza dell’essere. Un desiderio di essere compresi e di essere accettati per come si è, senza fronzoli e senza inganno, senza essere camuffati da qualcosa che non ci appartiene propriamente. E anche nel nudo non bisogna mostrarsi in tutto e per tutto, perché dobbiamo mantenere sempre un poco di mistero e segreto che ci rende interessanti. Proteggiamo la nostra persona; per appartenere a noi stessi e non cadere in balia degli altri non possiamo dare tutto o ci perdiamo, se nulla di nostro ci rimane non possiamo stabilire un legame fra noi e ciò che ci circonda.
Chi sono i fotografi più sopravalutati secondo te?
I più sopravalutati sono quelli che fanno i fotografi da una vita e che non si sono adeguati coi tempi, che non sono in evoluzione. Oramai hanno nome e fama di fotografi da anni e continuano sempre a seguire gli stessi schemi. Sono quelli che continuano a fare le foto classiche che andavano negli anni passati mentre invece la fotografia è diventata sempre più dinamica e alternativa. Insomma è come pensare di essere ancora alla moda vestendosi come era in voga negli anni ’70 o ’80…
Ultracafonal e fascino (…)
Ecco cosa i miei occhi non possono vedere: al primo posto ci sono le ciabattine infradito al posto delle scarpe. La cosa più assurda è che molte di queste persone si vestono di tutto punto e magari si vestono anche bene ma poi portano ai piedi queste ciabattine di gomma per giunta luride e consumate. Quasi non le metto nemmeno per andare al mare…In seconda posizione ci sono quelli che ostentano i capi firmati con i marchi in bella vista stampati sulle magliette o sulle borse e che poi nemmeno si lavano…Pari merito quelli che per uscire indossano la tuta da ginnastica e le scarpe da tennis, magari per fare la spesa o altre commissioni varie.Al terzo posto ci sono le signore che si ostinano a vestirsi da ragazzine, con minigonne, magliette aderenti e chili di trucco: un insulto alla femminilità.
Passiamo al fascino: al primo posto per me non può mancare l’abito elegante. Deve essere lungo, semplice e in tinta unita sagomato in vita e sul seno. Accompagnato da una decollete alta ma classica e da un trucco leggero sugli occhi ma intenso sulle labbra.
Al secondo posto il look da lavoro, camicia sempre stirata ma che può presentare ricami o particolarità, indossata con una gonna possibilmente a tubino anche in jeans con una decollete di media altezza anche con zeppa.
Al terzo posto il look da "studentessa": jeans, polo, sneakers e trucco a piacere.
Vivi in una bellissima isola (…)
I miei scatti rappresenterebbero le persone tipo della mia isola. Dalla donna in costume tradizionale sardo alla signora che intreccia i cestini. Inserirei poi delle comuni ragazze mie coetanee che si cimentano nella posa professionale, la donna mondana e la casalinga. Non metterei nessuna modella e nessuna ragazza particolarmente bella.