Mafia – Avvenire difende il Quirinale: Pubblicazioni eversive

"Il rispetto delle Autorità deve naturalmente avere come corrispettivo un esercizio leale delel prerogative che ne derivano. Ma quando si mettono nel mirino della propalazione personalità istituzionali e addirittura Capi di Stato e autorità morali apprezzati e ascoltati in tutto il mondo è chiaro che l’opera di delegittimazione non ha neppure il pretesto di denunce di irregolarità ma segue altre logiche, concettualmente eversive".

Con un editoriale dal titolo ‘La verticale escalation di violazioni dell’ ‘inviolabile’, il quotidiano della Cei ‘Avvenire’ è sceso in campo a difesa del Quirinale, nell’occhio del ciclone dopo la pubblicazione delle intercettazioni delle conversazioni con cui l’ex ministro Nicola Mancino che ha negato di essere stato a conoscenza della trattativa Stato-Mafia per mettere fine alle stragi nei drammatici primi anni novanta si, ha sollecitato al Colle un intervento in sua difesa. E nel denunciare la potenzialità "eversiva" della pubblicazione di quelle conversazioni fra Mancino e Quirinale, il quotidiano dei Vescovi ha denunciato altresì la violazione dell’art.15 della Cosituzione che tutela inviolabilità e segretezza di corrispondenza e comunicazioni fra cittadini.

"Il diritto alla riservatezza che vale, o almeno dovrebbe valere per tutti i cittadini e che quindi non è affatto un privilegio della cosidetta ‘casta’ -è scritto fra l’altro nell’editoriale dell’organo ufficiale della Cei, a firma Sergio Soave- e una necessità funzionale per Istituzioni che devono confrontarsi con questioni complesse e delicate". E nel caso specifico "si trattava di verificare da parte del Quirinale la coerenza fra atti compiute da diverse Procure sulla stessa presunta ipotesi di reato riguardante una trattativa Stato-Mafia, sollecitato da un ex Vicepresidente del Csm".

"Alla libertà di informazione siamo affezionati come chiunque faccia il giornalista ma pensiamo – è l’attacco di ‘Avvenire’ alla pubblicazione delle conversazioni fra Mancino e il Colle-che possa essere tutelata tanto meglio quanto più viene esercitata in modo responsabile". Mentre "si è diffusa una sorte di senso comune che giustifica ogni intromissione nei Palazzi che, per il fatto stesso di esercitare un’autorità, vengono sospettati di intrighi e giochi di potere che è un bene siano svelati". Viceversa, secondo il quotidiano dei Vescovi, "la delegittimazione delle autorità legittime un tempo strisciante e oggi galoppante è un aspetto particolare di un processo anche potentemente mediatico di critica corrosiva e e disgregazione di ogni tipo di Istituzione"