Le nomine alla Rai continuano a far discutere. Scrive LA REPUBBLICA: "’Siamo al commissariamento della Rai’ e allora Monti ‘completi l’opera e indichi anche i nomi dei sette componenti del cda, sette garanti competenti e autonomi, togliendo ai partiti la possibilita’ di nuove lottizzazioni’. E’ la proposta dell’ex ministro Giuseppe Fioroni e del componente della commissione di Vigilanza Rai Giorgio Merlo, entrambi pd, per superare l’impasse dell’elezione del Cda dopo la nomina, da parte del premier, degli ‘alieni’ Tarantola, Gubitosi e Pinto ai vertici dell’azienda. La proposta di lasciare mano libera a Monti e ‘anticipare di fatto una riforma dell’ordinamento del sistema radiotelevisivo’, consentirebbe al Pd – spiega Fioroni – ‘di non fare Aventino’, ma scatena una serie di reazioni contrastanti. Piace all’Udc ma è bocciata senza appello dal Pdl. Pier Ferdinando Casini la fa addirittura propria: il suo partito, sostiene, e’ pronto a rinunciare a indicare suoi candidati nel consiglio d’amministrazione della Rai se il premier avochera’ a se’ la scelta. ‘Mi auguro ú spiega il leader Udc ú che i partiti che sostengono l’esecutivo Monti vogliano riflettere su una proposta che e’ tesa unicamente a mettere al riparo la Rai dalle solite polemiche politiche’. Il partito di Berlusconi, invece, fa muro. ‘Basta forzature’, avverte il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto (à). E fa quadrato attorno al dg in carica, Lorenza Lei, che sara’ ricevuta oggi pomeriggio dal premier.
Piu’ complessa sembra la posizione del Pd, di cui parla LA STAMPA: "Bersani, dopo tutto cio’ che e’ stato imputato al Pd per le authority, non vuole partecipare alla nomina del cda. ‘Sono fermo li’ e non mi muovo’, va dicendo da giorni. (à) Il Pd ha gia’ fatto sapere che votera’ il presidente per non paralizzare l’azienda. E basta. Malgrado le voci di pressioni per ammorbidire questa posizione che starebbero giungendo dallo stesso Monti e, c’e’ chi dice, anche dal Colle. E malgrado nella minoranza di Veltroni, Gentiloni e Fioroni piu’ d’uno non condivida la linea dell’Aventino. ‘E’ da gennaio che abbiamo detto che questa governance è sbagliata, il governo poteva forzare anche sulla riforma e non l’ha fatto e noi non voteremo nessun consigliere’, ripetono pero’ gli uomini del segretario. Che non credono all’ipotesi di un Pdl capace di spingersi fino al punto di nominare da solo l’intero Cda. ‘Se vogliono, si votano i loro nomi e se ne assumeranno tutta la responsabilità. Tradotto, se cosi’ fosse il Pd avrebbe un argomento forte da giocarsi in campagna elettorale. La domanda che qualcuno nel Pd solleva su come fara’ Bersani a uscire da questo ‘vicolo cieco che ci obbligherebbe a fare i conti per tre anni con un cda della Rai magari a maggioranza Pdl’, fotografa bene lo stallo".
E’ Paolo Conti a firmare sul CORRIERE DELLA SERA un articolo sul "totonomine": "A ben cercare nelle pieghe dei partiti, non e’ difficile registrare le prime avvisaglie di candidature. (à) Una parte non marginale del Pdl vorrebbe la riconferma di Antonio Verro, consigliere uscente, che a gennaio lascio’ il suo seggio alla Camera (per un subentro come secondo dei non eletti): gesto di lealta’ che chi e’ vicino a Berlusconi vorrebbe premiare.
Nessuna possibilita’ di conferma per i due ultrasettantenni Alessio Gorla (che voto’ per la destituzione di Augusto Minzolini) e Guglielmo Rositani, ex An, rimasto senza sponsor politici (à). Due i nomi interni Rai che i berlusconiani potrebbero spendere nel caso di una ‘scelta aziendale’. Guido Paglia, oggi a capo della direzione Comunicazione e relazioni esterne (à). Altra ipotesi di peso, sempre interna, quella di Rubens Esposito, ex capo del Servizio legale Rai, da poco in pensione, altro profondo conoscitore dell’azienda, ora consulente dell’Agcom e di Raiway, sempre considerato (ai tempi) in quota An e poi centrodestra.
L’Udc non vorrebbe cambiare cavallo, Rodolfo De Laurentiis, considerato dai suoi equilibrato e in grado di muoversi con padronanza nell’azienda (e poi non ci sono altri candidati all’orizzonte). La Lega, dopo Giovanna Bianchi Clerici, punterebbe su Gloria Tessarolo, poco piu’ che trentenne, dal 2010 nel Consiglio di amministrazione di Rai cinema. E’ considerata vicina a Luca Zaia, rappresenta la nuova generazione leghista che incarna il dopo Bossi da molti punti di vista. E il centrosinistra? Se davvero si dovesse ricorrere alle candidature pubbliche da parte di associazioni e gruppi, per esempio da Articolo 21, si potrebbe dire che su quel sito si registrano molti consensi per le posizioni di Sandra Bonsanti, giornalista, presidente di Liberta’ e giustizia, e per quelle di Valerio Onida, presidente onorario della stessa associazione. Apprezzata, sempre nei forum di Articolo 21, anche Lorella Zanardo, documentarista e regista, coautrice de ‘Il corpo delle donne’ nel 2009, membro dell’Advisory Board di Win, organizzazione internazionale di donne professioniste con sede a Oslo. Naturalmente, chiedendo nomi in area Pd, c’e’ chi continua a citare Umberto Eco o Stefano Rodota’, ma sembra difficile immaginare due personaggi del genere in un Consiglio di amministrazione Rai fatalmente litigioso".
