E’ stato un fine di aprile e inizio di maggio pieno di referendum elettorali in molti Paesi europei. Si comincia con le lezioni presidenziali in Francia, soprattutto al primo turno, hanno rappresentato una specie di sondaggio di opinione, perché hanno evidenziato, un arretramento vistoso dei partiti dell’Ump di Sarkozy e socialista di Hollande, grosso successo della candidata di Destra Marine Le Pen col 19% di voti, salutata dai media come la vera vincitrice delle elezioni, e poi del candidato comunista Jean-LucMelenchon, 11%, questi ultimi, insieme arrivano al 30% dell’elettorato francese. Pertanto per il professoreIntrovigne, le elezioni francesi cosa significano? “Che esiste una percentuale molto rilevante di elettori che non ama la tecnocrazia, la burocrazia di Bruxelles, le ricette lacrime e sangue della Banca Centrale Europea, i partiti ridotti a comitati elettorali che anziché proporre valori e identità si presentano ciascuno come il migliore interprete delle volontà dei «mercati» internazionali, inflessibili carnefici sempre pronti a far fare «la fine della Grecia” a chi capisce male o in ritardo i loro segnali”. (M. Introvigne,Alla Francia non piace l’Europa dei mercati, 24.4.12 labussolaquotidiana.it).Introvigne precisa che a questi successi elettorali non bisogna dare una valenzadi anti-politica, ma di ultra-politica. Per intenderci, “Melenchon non è Beppe Grillo”.
Qualcosa di simile è accaduto nelle recenti elezioni in Grecia dove i due partiti maggiori,che appoggiano le misure economiche degli eurocrati di Bruxelles, i conservatori di NeaDemokratiae i socialisti del Pasok, sono stati penalizzati, insieme hanno perso quasi 40 punti percentuali rispetto alle politiche del 2009. Sono stati premiati invece, la sinistra radicale di Syrizae l’estrema destra di Alba Dorata (Chris Avghi).
Le ultime elezioni amministrative in Italia com’era prevedibile hanno bocciato i partiti che sostengono il governo Monti-Napolitano e quindi l’Europa dei tecnici.
Già Angelo Panebianco qualche giorno prima delle elezioni, ci aveva messi in guardia, attenzione “non sono solo amministrative (…) A volte i risultati delle amministrative anticipano quelli delle successive elezioni politiche e a volte no”
Sulle elezioni pesano come macigni le incognite riguardanti i maggiori partiti dell’attuale maggioranza, il Pdl il Pd, il Terzo Polo e poi la Lega, le altre forze di sinistra. Da un lato gli scandali da fronteggiare, dall’altro lato, bisogna fronteggiare, in primo luogo, “la crisi del sistema politico, determinata dalla fine (o dalla forte attenuazione) della ventennale contrapposizione fra berlusconiani e antiberlusconiani. È la crisi del bipolarismo all’italiana: ci si aspetta che essa inneschi a breve termine una ristrutturazione/ricomposizione delle forze politiche fin qui dominanti”. (A. Panebianco, Che significato dare al voto, 6.5.12 Il Corriere della Sera).
Certo, occorre tenere conto che il voto sarà influenzato, come è ovvio, dalle specificità locali, anche se a volte, si tende a enfatizzarlo, facendolo diventare qualcos’altro, “però, è anche vero che, soprattutto in tempi di crisi, una parte almeno , degli elettori, anche in un voto amministrativo, risponde a stimoli e pressioni di ordine generale. La complicazione è data dal fatto che sono congiuntamente in atto due crisi, fra loro distinte, anche se collegate, entrambe suscettibili di influenzare il voto”. Credo che persino nel mio Comune di residenza il voto amministrativo, in questo frangente storico, certamente è stato influenzato dalle caratteristiche che ha elencato Panebianco. Anche a S. Teresa di Riva, i partiti dell’ABC (Alfano, Bersani, Casini) che appoggiavano i due candidati a sindacoMorabito e Lo Schiavo sono stati inesorabilmente sconfitti. La gente ha inteso rompere con le vecchie logiche e pratiche consociative premiando il terzo candidato, De Luca di Sicilia Vera, un movimento autonomista, che magari dopo tanti anni di politica stagnante (per non dire altro), offre maggiore garanzia per l’attuazione di una buona politica al servizio del bene comune.
La crisi economica gioca un ruolo fondamentale, soprattutto quello che l’Unione Europea fa o non fa per contrastarla. L’ostilità verso l’UE e in particolare verso la Germania è in forte crescita, naturalmente in queste elezioni amministrative (parziali), ma anche nelle altre elezioni, sono fortemente emersi questi sentimenti di ostilità. Pertanto anche le nostre elezioni amministrative sono state un test sul futuro dell’Europa. Per l’editorialista del Corriere la protesta del movimento grillino dell’antipolitica è solo una faccia del problema; esiste in Italia, ma anche in altri Paesi europei, la ricerca di sbocchi politici, di rappresentanza che prima o poi finiranno per trovarli, magari in movimenti non proprio ortodossi come quelli filo-nazisti.
Del resto conclude Panebianco, “L’interdipendenza, anche politica, in Europa è ormai tale che persino elezioni comunali non sono senza effetti sugli equilibri europei. In fondo, vale per l’Europa ciò che vale per i partiti italiani. L’una e gli altri o riescono a trovare soluzioni credibili, serie, per i problemi che ci attanagliano o riceveranno schiaffi sempre più forti da elettori disorientati e alla ricerca di alternative più o meno illusorie”.
DOMENICO BONVEGNA
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