La mafia che non esiste… in Sicilia

Dalla Scogliera si vedeva la città dei ricchi. Praticamente potevi vedere con i tuoi stessi occhi il successo con i vari optionals, Mercedes e donne, del mondo fatato della Catania che conta.
Quella vista, spesso riproposta dalle telecamere di Antenna Sicilia e largamente gettonata sulle pagine de La Sicilia, era il punto più vicino a quel mondo che volevo raggiungere. Piazzarsi davanti allo Sheraton significava dare uno scossone alle vita insignificante di giovane di belle speranze senza un padrino alle spalle. Quello sfilare di uomini in carriera, di donne tanto belle quanto assetate di potere, ti faceva capire quanto fosse bello essere un vincente. E quanto fosse difficile arrivare a quell’universo, così lontano.
La mia esistenza cambiò decisamente direzione, quando passò in televisione un servizio che riguardava Benedetto Santapaola. Il giornalista di Antenna Sicilia lo presentava come uno dei capi più pericolosi della mafia, boss di San Cristoforo. E fu una folgorazione.
Rimasi colpito dalla sua storia. Mi sembrò come Robin Hood, uno che rubava ai ricchi per aiutare i poveri, e di colpo capii cosa desiderassi veramente, cosa avrei voluto fare da grande. Volevo diventare un soldato di Santapaola. Avrei sacrificato la mia vita per lui, sarei diventato un picciotto. Sentivo questo nome: Santapaola, Santapaola, Santapaola. Qualche cosa mi spingeva verso questa famiglia.
Ho conosciuto Marcello, girava la voce che fosse vicino a Benedetto Santapaola. Io cercavo di inserirmi nella criminalità, e a Catania era il nome migliore. All’epoca sapevo che lui non trafficava in droga. Addirittura insegnava l’educazione alle persone, se uno non ce l’aveva. Una di quelle persone che uno stima senza neppure conoscerla. Poi mi sono ritrovato a entrare in Cosa Nostra, come dicevo, dalla porta principale, perché conoscevo Marcello, intimo amico di Aldo Ercolano e Vincenzo Santapaola. Se la facevano al bar, a Ognina, casa mia. Ercolano abitava a cento metri da casa mia.

Mi chiamo Maurizio sono un bravo ragazzo, ho ucciso ottanta persone – Fazi editore