Un provvedimento ‘Cresci-Italia bis’ da varare all´indomani delle amministrative in vista di un fase due dell’esecutivo guidato da Mario Monti. "Il pacchetto è allo studio di Palazzo Chigi e Via XX Settembre da giorni e sul contenuto delle misure vige il più stretto riserbo. Quel che trapela tuttavia è che entro maggio il nuovo provvedimento sarà presentato e verterà per intero sul nodo crescita e sviluppo – scrive Carmelo Lopapa a pagina 6 di Repubblica. Certo è che il tam tam cresciuto in settimana sul voto anticipato a ottobre – rievocato da Silvio Berlusconi e non solo da lui – ha avuto l´effetto di una scossa. Mario Monti continua a ostentare piena determinazione. ‘Vado avanti, non mi interessa tenere conto delle zavorre di chi vorrebbe andare al voto prima. Se qualcuno pensa di zavorrare il governo, sappia che non ci faremo condizionare. Certo è che ieri ha incassato – semmai ne avesse avuto bisogno – il sostegno e la conferma della più ampia copertura da parte del Colle. Perfino nel tono della voce – meno pacato e più incisivo del solito – il capo dello Stato ribadisce che partiti e governo dialogheranno ‘fino alla conclusione naturale della legislatura’. E ha tutta l´aria di un monito, non di un invito. Porte sprangate a ogni velleita’ di elezioni anticipate. Coltivata non solo dall´ala destra berlusconiana ma, forse, anche da chi nel Pd coltiva analoghi desideri inconfessati, magari sulla scia di un successo del socialista Hollande al secondo turno francese. Del resto, nell´ipotesi di scuola di voto in autunno, l´eventualita’ comporterebbe il ritorno alle urne col Porcellum. Incidente che la piu’ alta carica istituzionale non prende nemmeno in considerazione (à). Ma i prossimi dieci giorni che precedono le amministrative saranno segnate da un´escalation di distinguo e critiche al governo per lucrare consensi alle urne. A Palazzo Chigi lo hanno messo nel conto". Insomma Napolitano boccia ogni ipotesi di voto anticipato e stoppa ‘ i demagoghi diturno’ in una difesa "appassionata del ruolo insostituibile dei partiti – annota Paolo Cacace a pagina 2 del Messaggero – a patto che ‘estirpino il marcio’". Napolitano – annota Marzio Breda a pagina 2 del Corriere della Sera – "si rammarica che si sia rinunciato a ogni tentativo per giungere in Parlamento a delle ‘riforme condivise’. Oggi pero’, dice, ‘si sono create condizioni piu’ favorevoli per giungervi’. Almeno su un paio di fronti critici: 1) ‘per definire norme che sanciscano regole di trasparenza e democraticita’ nella vita dei partiti, compresi nuovi criteri, limiti e controlli per il loro funzionamento’; 2) per varare ‘una nuova legge elettorale che restituisca ai cittadini la possibilita’ di scegliere i loro rappresentanti e non di votare dei nominati dai capi dei partiti’".
