Commissariamento Rai: sì per Pd e Terzo Polo, no Pdl

Repubblica riferisce del nuovo mal di pancia in seno alla maggioranza che sostiene Monti. Oggetto dello scontro: la Rai. "Sulla Rai il clima tra i partiti della "strana" maggioranza è sempre più incandescente, con un quotidiano stillicidio di attacchi e risposte al vetriolo. Da un lato il Pd di Bersani spalleggiato dal Terzo Polo. Dall’altro il Pdl che non vuole perdere il fortino di Viale Mazzini. Nel partito del predellino si racconta che Berlusconi sia irremovibile e vada dicendo che la Rai non si tocca: ‘Se vogliono cambiare la governance vengano in Parlamento con una legge e trovino i voti’, sarebbe la posizione del Cavaliere che non accetta modifiche della legge Gasparri, scritta dal suo governo a suo uso e consumo. Così il segretario Angelino Alfano spara per primo: ‘C’è una legge vigente (la Gasparri appunto, ndr) e siamo contro i partiti che vogliono fare una battaglia legislativa solo per mettere le mani sulla Rai’. Ancora più esplicito il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri per il quale il Pd e il suo segretario sono ‘ossessionati dall’occupazione’ della tv pubblica. Così Bersani – che per primo ha proposto l’idea di commissariare Viale Mazzini – si infuria: ‘C’e’ un limite a tutto, sentirsi dire da Alfano che vogliamo mettere le mani sulla Rai e’ scandaloso, da mesi diciamo che i partiti devono lasciarla’. E ribadisce che se il governo decidera’ di rinnovare il Cda con le regole attuali i democratici non parteciperanno alle nomine: ‘Pdl e Lega si accomodino’. Idem dice Fini. Aggiunge il democratico Paolo Gentiloni che se una riforma vera e propria non fosse fattibile si potrebbe procedere con ‘un intervento limitato e di emergenza di modifica della composizione del Cda e dei poteri del direttore generale in modo da porre un freno alla crisi del servizio pubblico’.