Cara Brigitte, ti scrivo oggi, che te ne sei andata via per sempre, perché allora non avrei mai avuto il coraggio di farlo. Qual è quel ragazzetto che ha la sfrontatezza di affrontare un mito. Perché questo sei stata, un sogno irraggiungibile per tutti quelli della mia età che cominciavano a scoprire l’altra metà della mela e che prima di eccitarsi arrossivano.
Noi, nati attorni al 1950, figli di un’Italia che cominciava a volare ma che rimaneva comunque puritana e assediata dalla Chiesa, ricordati che Dio ti vede. Noi che di sesso a casa non si parlava. Noi che guardavamo i manifesti allora maledettamente osé solo perché s’intravvedeva una giarrettiera. Noi che fortunatamente siamo arrivati prima dei collant, frugare sotto una sottana era meno complicato. Noi che per farcela “dare” dovevamo pregare.
Tu eri la nostra madonna. La statua dedicata a una bellezza irraggiungibile. Ci perdevamo nelle foto delle riviste patinate. E aspettavamo l’estate per vederti in bikini, regina delle notti folli nella tua Saint Tropez. Camminavamo pure noi a piedi scalzi, magari come me nei sonnolenti paesini del lago di Como dove, ovviamente, mi guardavano come si guarda un matto. Ma io idealmente mi sentivo al Covo dei Pirati. Anche se tu non potevi vedermi.
Ah, Gigi Rizzi e quelle notti pazze dell’estate del 1968 di un’amore brevissimo che noi, più giovani di qualche anno, abbiamo vissuto con la stessa intensità ed euforia della notte magica al Bernbeu nel 1982, l’Italia campione del mondo. Avevo sedici anni e quel playboy genovese ti aveva conquistato, aveva preso la donna più bella del mondo. Un’estate di libertà e trasgressione. Giusto pochi giorni, come tutte le belle favole che devono essere brevi.
Di attrici forse più belle, sicuramente più brave di te, ne sono passate tante sugli schermi dei cinema di tutto il mondo. Ma tu, la Bardot, non sei mai stata solo un’attrice nell’immaginario di noi che ci perdevamo in te. BB, tu eri qualcosa di diverso da tutte le altre. Tu eri l’amore, in tutte le sue versioni, senza mai essere volgare. E con il tuo fascino sembrava sempre volessi sfidare il nostro Pianeta.
Mica lo puoi sapere, ovvio, ma quante volte mi sono chiesto perché, a un certo punto della tua vita, hai deciso di sparire, chiusa come in un ritiro mistico nella Madrague, la tua villa di Saint Tropez. Nella mia fantasia, un convento dove espiare la colpa di essere stata così dannatamente bella. Forse, ho pensato, che non riuscissi a darti una spiegazione del tempo che passa e che, ruga dopo ruga, nascondeva quella che eri stata.
Ora che tutto è finito – anche se il mito non può morire -, voglio trovare il coraggio di mandarti un bacio. Addio Brigitte. E grazie per avermi fatto sognare.
Nicola Forcignanò