Due euro di imposta per pacchi extra-Ue. Economia malandrina

L’imposta di due euro per pacchi del valore di max 150 euro, provenienti da Paesi extra Ue, previsto nella legge di Bilancio che sta per essere approvata, fa capire come è malandrina l’economia dei nostri governanti. In gergo romanesco si dice “Ndo cojo cojo”, cioè dove prendo prendo.

Vediamo.
– l’Ue ha previsto una simile imposta (3 euro) che tra non molto entrerà in funzione e, di conseguenza abolirà quella italiana.
– la competenza in materia è solo comunitaria, per cui non ci sarà un 3+2 d’imposta, ma solo 3. Questo lo sa anche anche il legislatore italiano, ma in attesa dell’Ue ha deciso di incassare un po’ di soldi.
– quando entrerà in vigore la norma comunitaria, rendendo illegittima quella italiana, eventuali richieste di rimborso sarebbero condizionate dalla esiguità degli importi, che scoraggerebbero chiunque a procedere… ci vorrebbe una legge che prevedesse automatismo per questi rimborsi ma, comunque vada, il meccanismo sarebbe articolato e difficile (si pensi a rintracciare/raccogliere le credenziali dei creditori)… a partire dalla volontà di qualche legislatore a presentarla e – soprattutto – di una maggioranza ad approvare.

E’ bene notare che questa imposta è simile alle multe a raffica fatte dai Comuni per violazioni del codice della strada (soprattutto autovelox) e che le riforme recenti nonché le circolari del ministero dell’Interno (1), hanno istituzionalizzato per consentire ai Comuni di continuare a far cassa e lamentarsi meno per i minori flussi di soldi che arrivano dallo Stato centrale.

1 – https://www.aduc.it/articolo/autovelox+ricorsi+continuano+essere+possibili_40269.php

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc